Elezioni Roma, nel Pd spunta un video con voto disgiunto a favore di Calenda. Gualtieri rischia

30 Set 2021 15:54 - di Michele Pezza
Calenda

Gira e rigira, è sempre Renzi ad angosciare il Pd. Persino ora che guida un altro partito invero assai anemico, elettoralmente parlando. Anzi, si può sostenere che i problemi per i dem siano cominciati proprio quando il loro capo fondò Italia Viva. Già, è da allora che i renziani rimasti al Nazareno sono trattati da vigilati speciali. Ogni loro sospiro fa riaffiorare il sospetto. Figuriamoci un video che riprende una mano furtiva che barra con la croce il nome di Calenda e poi ne fa un’altra su quello di Lorenza Bonaccorsi, candidata presidente per il Pd del I Municipio, il centro storico di Roma, la famosa Ztl elettorale.

Base Riformista (ex-renziani): «Votate Calenda»

Si chiama voto disgiunto e si può esprimere solo nei Comuni dove è previsto il ballottaggio. Consente all’elettore di votare un candidato sindaco espressione di una coalizione diversa da quella del consigliere prescelto. Nulla di sensazionale, se non fosse che la Bonaccorsi appartiene alla corrente di Base Riformista, pullulante di ex-renziani. E a Roma, si sa, Italia Viva non sostiene Gualtieri ma Calenda. Quel video e quella manina che in teoria dovrebbe votare per il candidato del Pd ma che in realtà invita a votare per il leader di Azione sono quindi un segnale politico. Il nervosismo di un dirigente di peso come Goffredo Bettini lo confermerebbe.

Attacco alla leadership di Letta

Quanti nel Pd sono pronti a fare la stessa scelta? È questo l’interrogativo che angoscia Gualtieri, ma anche Enrico Letta. La Bonaccorsi è solo la più nota, ma secondo il Riformista, in ogni municipalità romana ci sarebbero pattuglie di candidati di Base Riformista dediti alla pratica del voto disgiunto in favore di Calenda. Ma quel video è anche il segnale della sfida lanciata dagli ex-renziani annidati nel Pd alla leadership di Letta, che nella Capitale si gioca tutto. Ostentare il voto per Calenda, vuol dire che i renziani del Pd considerano la corsa a sinistra per il Campidoglio tutt’altro che chiusa.

 

 

 

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