La consigliera Pd si pente: “Non sono per i Talebani”. Il centrodestra chiede le dimissioni

26 Ago 2021 20:23 - di Monica Pucci

Bentornati Talebani“, era la sintesi delle dichiarazioni fatte dall’esponente del Pd Nura Mussa Ali alla stampa sulla recente situazione in Afghanistan ed apparse sul quotidiano ‘Il Tirreno‘ in data martedì 24 agosto dal titolo ‘A favore del ritorno del regime talebano’. Parole ritenute in stridente antitesi con quanto propugnato dalla Commissione Regionale Pari Opportunità della Regione Toscana, secondo il centrodestra della Regione Toscana, che ne chiede le dimissioni. La frase incriminata, di un’intervista molto opinabile, era questa: “Forse qualcuno rimarrà sorpreso ma io sono a favore della presa del potere da parte dei fondamentalisti in Afghanistan. La presa del potere da parte dei fondamentalisti islamici è una tappa obbligata per un Paese, l’Afghanistan, ancora alla ricerca di un’identità politica e sociale, in cui l’occidente non è riuscito a costruire niente di rilevante nella vita della gente comune”.

Il centrodestra all’attacco della consigliera Nura Mussa Ali

Le esponenti di centrodestra della Commissione Regionale Pari Opportunità della Regione Toscana, parlano di “grave danno arrecato dalla componente al prestigio della Commissione di cui tutte facciamo parte, quello che più ne mina e ne mette perfino in dubbio la ragion d’essere è l’endorsement da ella più volte fatto, nel testo, al regime fondamentalista talebano salutato quale benvenuta novità e necessità rispetto alla bieca corruzione dei costumi portata, a suo dire, dall’occidente”. “In pratica con questa intervista ci troviamo ad assistere al penoso spettacolo di una Componente della Commissione Regionale alle Pari Opportunità che ripudia e disconosce il mandato istituzionale della Commissione stessa, plaudendo proprio a coloro, i talebani, che tali Pari Opportunità aborrono per definizione”.

“Nell’augurarci che questa commissione voglia immediatamente e convintamente prendere le distanze e condannare le pericolose idee propugnate da Nura Mussa Ali, ci dissociamo dall’articolo in questione e dalle idee in esso espresse, ribadendo che questa Commissione mai potrà condividere il pensiero di chi giustifica sistemi sanguinari che opprimono la libertà dell’uomo in nome di principi oscurantisti e medioevali”, conclude la nota firmata da Caterina Coralli (vicepresidente Crpo – Fratelli d’Italia), Monica Gobbi (Fratelli d’Italia), Roberta Pieraccioni (Forza Italia), Diletta Bresci (Lega), Eleonora Cantone (Lega) e Rosanna Zari (Lega).

Il Pd attacca e arriva la smentita sul ritorno dei Talebani

Oggi la smentita, lunga e difficile, considerate le premesse. “Io considero reato promuovere o sostenere moralmente o materialmente le organizzazioni integraliste e criminali, compreso il regime talebano tradizionale. I Talebani sono esattamente quello contro il quale mi batto fin da quando ero una bambina e ho dovuto subire sulla mia pelle le conseguenze del fondamentalismo, pagandone le conseguenze per anni”, scrive Nura Musse Ali nella lettera inviata alla commissione Pari Opportunità della Toscana.

“La mia – continua Musse – non voleva essere una critica contro l’operato delle nazioni occidentali in Afghanistan, che si sono battute con grande impegno per sconfiggere il fondamentalismo e creare i presupposti perchè le libertà civili fossero rispettate e la democrazia si affermasse. Purtroppo questo impegno non è riuscito ad entrare nella vita della gente, specialmente quella più lontana dalle città principali, facendo sì che i talebani prendessero il potere là dove non sono arrivate le nazioni occidentali e dove è stato più facile imporsi tra la povera gente. Mi sono resa conto solo leggendo l’articolo quanto sia stata ingenua nell’esprimere le mie idee. Data la mia plurima identità mi sono sempre illusa persino di poter offrire idee ‘nuove’ per estirpare il fondamentalismo dal pianeta. Come testimoniano anche miei scritti, rifletto su questi temi (fondamentalismo, mutilazioni dei genitali femminili, velo, matrimoni forzati e altre forme di privazione di aggressione dell’essere) sin dalla prima adolescenza. E il mio punto di vista traspare in modo nitido in ciascuno di loro, sebbene questi scritti non siano noti al grande pubblico”.

Quindi le scuse alle Commissione

“Mi voglio anche scusare, infine, per aver messo in difficoltà tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno concesso la loro fiducia e in particolare la Commissione Pari Opportunità, nella quale ho appena iniziato il mio percorso, con grande entusiasmo e dedizione. Forse ingenuamente, avevo immaginato che il mio intervento potesse essere costruttivo e utile ad un dibattito privo di strumentalizzazioni, con tutti coloro che hanno a cuore il destino del popolo afghano. Mi spiace che sia passato qualcosa che non sono io, che qualcuno abbia potuto leggere in quell’articolo cose che sono lontane da me anni luce. Chi mi conosce sa quanto sia doloroso per me dovermi difendere dalle accuse che mi vengono rivolte. Non condannatemi”, conclude.

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