J-Ax: «Quando avevo il Covid pregavo. Ero ateo, ora credo in Dio». E sul politicamente corretto…

28 Ago 2021 9:05 - di Fortunata Cerri
J-Ax

«Prima sui no vax dicevo: sediamoci e parliamone. Ora questa pazienza non ce l’ho più, dopo aver avuto un Covid pesante ho sviluppato un disprezzo profondo per loro». A dirlo a Paolo Giordano in un’intervista a Il Giornale è J-Ax, che racconta della nascita di Surreale, il disco che avrebbe dovuto essere una riedizione del precedente ReAle ma poi è diventato altro. «Io sono un cantautore perché canto ciò che scrivo senza filtri», dice il rapper milanese.

J-Ax: «Ero ateo ma pregavo Dio»

E se «il lockdown mi ha dato la possibilità di fare tutto con più calma», sulla pandemia J-Ax spiega ancora: «Con il Covid in famiglia ho vissuto due o tre settimane paurose che mi hanno fatto scrivere versi come “ma tu come rispondi quando poi lui ti guarda con le lacrime agli occhi e dice voglio la mamma”», racconta spiegando l’origine del brano Voglio la mamma. «Ero ateo ma pregavo che ci Dio ci salvasse e proteggesse nostro figlio. Ora credo in Dio ma non nelle religioni. Ho perso otto chili, dicevo il Padre Nostro, l’Angelo di Dio, l’Ave Maria come mi hanno insegnato da bambino».

«Hanno tutti paura di perdere consensi»

Il suo brano preferito dell’album è I film di Truffaut. «Ad oggi è il preferito della mia carriera», sottolinea. E sul poco coraggio di tanti colleghi nell’esperimento le proprie opinioni, osserva: «Hanno tutti paura di perdere consensi. Però bisogna anche pensare che spesso sui social si viene condizionati dalla cosiddetta minoranza rumorosa, come i no vax. Esiste comunque una maggioranza silenziosa che spesso non si considera». E circa il suo futuro sul palco, dice netto: «Non salirò sul palco finché non saremo tutti in sicurezza».

«Per fortuna faccio il rap e dico quel che voglio»

E sul politicamente corretto dice: «Oggi un film come Chi ha incastrato Roger Rabbit, tanto per fare un esempio, non si potrebbe fare. Per fortuna faccio rap e ho la licenza di dire quel che voglio».

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