Calenda fa il “bullo”, il centrodestra lo travolge: «Macchietta», «figlio di papà forgiato in Ferrari»

8 Ago 2021 10:06 - di Franco Bianchini
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Quelle offese di Calenda al candidato del centrodestra per Roma sono inaccettabili. «Servizi prima ai romani? Da Michetti idiozie pericolose, inadeguato», ha detto il leader di Azione. Poi ha giocato sulle parole per stravolgere il pensiero dello stesso Michetti. Immediate le reazioni. «Calenda, pensa alle tue vacanze», afferma Fabio Rampelli. «Prima i romani, sì. Sono anziani, disabili, cittadini che non arrivano a fine mese e tribolano ogni giorno con l’inefficienza dei servizi». Inefficienze che vanno «dai rifiuti ai mezzi di trasporto, agli asili che offrono una corsia privilegiata a chi non paga nemmeno le tasse». E poi ancora», aggiunge l’esponente di FdI, «la dilagante delinquenza e illegalità con cui fanno i conti quotidianamente».

Il giochetto di Calenda sulle parole di Michetti

«Calenda travisa le parole di Michetti a proprio uso e consumo». Lo dice a sua volta Barbara Saltamartini (Lega). «Stia tranquillo, Roma è e sarà accogliente con tutti. Ma è assurdo non credere che ci siano cittadini – poco importa la città di provenienza – in attesa di risposte dal Comune da troppo. Ci saremmo aspettati qualcosa di più da un figlio di papà forgiato in Ferrari, supportato dai grandi capitani d’industria italiani, ex ministro della Repubblica. Invece fa il „coatto de piazza”. Se pensa che questo atteggiamento da bullo paghi, faccia pure. Noi non ci pieghiamo».

«Fa il bullo per screditare gli avversari»

«Calenda è una macchietta ridicola», dichiara Paolo Trancassini (FdI). «Un giorno fa l’ultrà romanista, quello successivo canta l’inno della Lazio. Ora fa anche il bullo e pur di screditare il candidato Michetti. Tronca e stravolge il suo ragionamento in favore dei diritti dei romani che, “norme permettendo” come ha detto lui, devono essere tutelati. Spesso infatti finiscono in secondo piano rispetto agli immigrati irregolari o abusivi. E certamente non ai milanesi». Infine «mi domando, caro Carlo, ma se è così scarso Michetti, perché vuoi che lo ritiriamo?».

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