Malika, è bufera sulla raccolta fondi: coi soldi del web si è comprata una Mercedes. La Rete insorge

1 Lug 2021 10:39 - di Giulia Melodia
Malika

La Lucarelli mette nei guai Malika, la ragazza cacciata dai genitori perché gay: coi soldi delle raccolte fondi si compra una “bella macchina”. «Volevo togliermi uno sfizio»… Dunque, Malika Chalny, la ragazza di Castelfiorentino finita sui giornali nei mesi scorsi per aver denunciato che i genitori l’avevano cacciata di casa e disconosciuta dopo il suo coming out, torna a far parlare di sé. Ma stavolta niente chat con la madre che urla insulti e parolacce contro la figlia che si è dichiarata omosessuale. Niente interviste tv o speciali delle Iene a rilanciare il caso che ha turbato l’opinione pubblica per la veemenza con cui i suoi genitori l’hanno bandita dalla loro vita. Disconoscendola all’anagrafe e cambiando la sua residenza ufficiale come la serratura della porta di casa.

Malika alla Lucarelli ammette: coi soldi delle raccolte fondi ho preso anche una “bella macchina”

Stavolta niente soccorso mediatico con lancio di raccolta fondi, anzi: proprio un’intervista di Selvaggia Lucarelli su The Post Internazionale, incentrata sull’uso di quei fondi, ha messo nei guai la ragazza: costretta a dare spiegazioni sul caso. Nello specifico, sul fatto che la 22enne ha acquistato una Mercedes. Dopo aver «preso la casa in affitto a Milano: abbiamo dato un anno di pigione più duemila euro di caparra». E dopo aver pagato «dentista e avvocato, ho comprato dei vestiti. Non avevo niente. Era rimasto tutto a casa dei miei. Adesso ho avuto delle spese per la macchina», ha sostenuto Malika.  Precisando anche il costo dell’acquisto: intorno ai 17.000 euro. Ma di donazioni destinate alla beneficienza, annunciate sui media quando il suo caso è esploso e sono partite le raccolte fondi per la ragazza cacciata e priva di tutto, non c’è traccia…

Parte delle donazioni erano destinate alla beneficienza, e invece finora…

Già, perché parte di quei proventi, frutto di ben due raccolte fondi organizzate tramite la piattaforma gofundme, ora sono finite al centro di una polemica scattata proprio dopo l’intervista con la Lucarelli. La ragazza fiorentina, che ora vive a Milano con la sua fidanzata, ha ricevuto da tutta Italia donazioni per circa 150.000 euro. Donazioni che Malika aveva garantito – tra le varie volte, anche una in veste di ospite a Carta Bianca dalla Berlinguer – che avrebbe in parte destinato in beneficienza. In particolare, ad associazioni impegnate a favore delle vittime di discriminazioni. Un progetto che, specifica la sua agente e sottolinea la stesa giovane su Tpi, la ragazza voleva costruire insieme a Laura Boldrini, mettendo su una fondazione.

La Boldrini nega un suo coinvolgimento nel progetto “solidale” di Malika

«Abbiamo cercato di coinvolgerla ma lei non sta bene e la cosa si è allungata un po’», si sarebbe giustificata Malika sul ritardo dell’esborso promesso. Sul punto però, sempre a Tpi, è arrivata tempestiva la smentita dell’ex presidente della Camera: «Tengo a precisare che mai è stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondi. Si tratta perciò di una vera e propria fake news. Il mio nome quindi viene tirato in ballo in maniera totalmente impropria».

La bugia che mette in difficoltà Malika…

Per Malika, insomma, si mette sempre peggio. Anche i social partono all’attacco. In special modo con l’intervento di Gaia Zorzi, sorella del più celebre Tommaso (vincitore dell’ultima edizione del Gf Vip ndr), che la tagga in un post su Instagram dove emergono un paio di foto che ritraggono la ragazza alla guida dell’auto. Un particolare che non sfugge all’occhio malizioso della Lucarelli, che nell’intervista chiede a Malika: «Perché quando giorni fa ti è stato chiesto privatamente da altre persone di chi fosse la Mercedes che guidavi, hai detto che era dei genitori della tua fidanzata?». Selvaggia incalza e l’intervistata alla fine ammette: «Sì ho detto una bugia. Mi scuso. Mi è stato chiesto che ero sotto pressione». Ma ritrattazione e scuse potrebbero non bastare a giustificare il mancato obolo da parte di Malika. E il caso monta come le perplessità di chi ha versato per lei fondi destinati a far fronte all’emergenza in cui versava la ragazza. Insomma più all’indispensabile che al dilettevole...

 

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