“Loggia Ungheria”, l’ex pm Davigo indagato a Brescia per rivelazione di segreto d’ufficio

17 Lug 2021 10:33 - di Carlo Marini
Davigo indagato

L’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, ex pm del pool Mani Pulite è indagato a Brescia per rivelazione del segreto d’ufficio. Lo scrive ‘Il Corriere della Sera. Il quotidiano aggiunge che, “a Davigo nell’aprile 2020 il pm Storari consegnò verbali segreti che da dicembre 2019 a gennaio 2020 l’indagato Amara, ex avvocato esterno Eni, aveva reso su un’asserita associazione segreta, denominata Ungheria”. Una loggia “condizionante toghe e alti burocrati dello Stato. Controverse dichiarazioni che per Storari andavano chiarite rapidamente, anziché a suo avviso relegate in un limbo di immobilismo investigativo dai vertici della Procura”.

Davigo, invece di comunicare il tutto formalmente al Csm, aveva accennato il caso in momenti e modalità diverse al vicepresidente del Consiglio Ermini, al Procuratore Generale Giovanni Salvi e al Presidente della Cassazione Pietro Curzio, ad altri consiglieri del Csm e all’onorevole Morra. Davigo ha raccontato a Di Martedì, su La7, che Storari gli aveva “segnalato una situazione critica. E dato il materiale necessario per farmi un’opinione, dopo essersi accertato che fosse lecito. Io spiegai che il segreto investigativo, per espressa circolare del Csm, non è opponibile al Csm”.

“Davigo è indagato”. L’anticipazione del Corriere della Sera

Il Corriere della Sera scrive inoltre che sul contenuto dei colloqui “sono rimaste non coincidenti le versioni già affiorate in passato tra Ermini e Davigo, e tra Morra e Davigo. Inoltre tra i consiglieri Csm sinora non risulta siano stati ascoltati Curzio e Salvi”.

Indagata anche Marcella Contraffatto, ex segretaria al Csm di Davigo, per l’ipotesi di calunnia del procuratore di Milano Francesco Greco. Sospettata quindi di aver fatto trapelare quei verbali ai quotidiani. Sull’impasse in Procura a Milano, per Davigo il problema sarebbe stato “che, quando uno ha dichiarazioni che riguardano persone in posti istituzionali importanti, se sono vere è grave, ma se sono false è gravissimo: quindi, in un caso e nell’altro, quelle cose richiedevano indagini tempestive. Mi sembrava incomprensibile la mancata iscrizione”.

 

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