Il ceffone del giudice di Pisa a Conte sui dpcm: “Il suo governo si diede poteri contro la Costituzione”

13 Lug 2021 9:21 - di Davide Ventola
giudice Pisa

Giuseppe Conte, l’avvocato del popolo, farebbe bene a cercarsi un buon avvocato. La sentenza del giudice monocratico di Pisa demolisce i suoi Dpcm, archiviandoli di fatto come illegittimi.  Lo avevano già stabilito tanti altri tribunali, da Roma a Reggio Emilia, da Frosinone a Verona, ma la sentenza citata oggi da La Verità, crea un precedente ancora più dirompente per le misure attuate da Conte prima e da Draghi poi.

Lo schiaffo a Conte (e a Draghi)

Il giudice del tribunale di Pisa, Lina Manuali ha infatti disposto un’assoluzione piena, con la motivazione che il fatto non sussiste per due giovani in motorino che non hanno rispettato il Dpcm.

Come scrive Maurizio Tortorella, l’ennesimo schiaffo tecnico all’ex premier, uno schiaffo durissimo, tanto più per un docente universitario di diritto.

Il testo integrale della sentenza del giudice di Pisa

I due giovani immigrati erano stati bloccati dai carabinieri il 19 marzo 2020 mentre giravano in motorino presso la stazione di Cascina, in «patente violazione» del dpcm dell’8 marzo che proibiva di uscire di casa «se non per comprovate ragioni di lavoro, salute o necessità». Ecco il testo della sentenza.

Per il giudice pisano il fatto non sussiste, non soltanto perché – come avevano già stabilito tanti altri tribunali, da Roma a Reggio Emilia, da Frosinone a Verona – un dpcm è «un atto di natura meramente amministrativa», cioè una fonte legislativa di rango troppo basso da poter essere utilizzata per «stabilire un divieto generale e assoluto di spostamento». Ma soprattutto perché lo stato di emergenza proclamato dal governo Conte il 31 gennaio 2020 «è illegittimo in quanto non esiste alcuna legge che attribuisca al Consiglio dei ministri il potere di dichiararlo per un rischio sanitario».

Illegittimi lo stato d’emergenza e tutti i Dpcm di Conte

Lo schiaffo a Conte si basa sul dato che il giudice monocratico ha espresso in questi termini. Lo stato di emergenza è illegittimo e con esso tutti i provvedimenti connessi, come i dpcm. L’obbligo di permanenza domiciliare costituisce una violazione dell’articolo 13 della Costituzione che stabilisce che “la libertà personale è inviolabile”.

Il giudice pisano elenca puntualmente i «preminenti costituzionalisti e presidenti emeriti della Corte costituzionale» che nel corso del tempo hanno criticato l’abuso dei dpcm per gestire l’emergenza sanitaria: Sabino Cassese, Antonio Baldassarre, Valerio Onida, Annibale Marini, Paolo Maddalena. Per ultimo, ironia della sorte, il giudice aggiunge il nome dell’attuale ministro della Giustizia, Marta Cartabia.

Lo stato di emergenza persiste dal 31 gennaio 2020. Nonostante l’illegittimità riconosciuta da diversi Tribunali, Mario Draghi sembra orientato a prorogarlo il 31 luglio prossimo, data della relativa scadenza. Chissà che ne penserà il suo Guardasigilli.

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