Gender, anche la Polonia nel mirino Ue. A che serve un’Europa che pensa al sesso degli angeli?

15 Lug 2021 14:07 - di Redazione
Polonia

Dopo l’Ungheria tocca alla Polonia finire nel mirino della Commissione Ue. E sempre in nome di una malintesa tutela dei gay, che in realtà nessuno discrimina ferma restano la radicale opposizione all’ideologia gender. Così, mentre dal governo di Viktor Orban la Von der Leyen pretende la revoca di una legge approvata da un Parlamento sovrano, a quello guidato da Mateusz Morawiecki chiede in pratica di smantellare le “zone libere dall’ideologia gender” sorte a partire dal 2019 in diversi comuni e regioni polacche sulla base di autonome risoluzioni.  In queste free zone, infatti, la Commissione intravede una possibile violazione del «diritto dell’Ue in materia di non discriminazione per motivi di orientamento sessuale».

In Polonia sempre più “zone libere” dall’ideologia Lgbt+

Da qui la richiesta di «informazioni adeguate» al governo di Varsavia che a tutt’oggi ha risposto solo parzialmente. Per la Ue è un chiaro segnale di indisponibilità che contraddice il «principio di leale cooperazione». Da qui l’invio di una lettera di costituzione in mora alla Polonia, condita nella consueta e stucchevole retorica. «L’uguaglianza e la non discriminazione – vi si legge – sono principi fondamentali dell’Ue, sanciti dai suoi trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali». Lo dimostrano, prosegue la nota, «gli sviluppi legislativi, la giurisprudenza e le iniziative politiche» che hanno migliorato la vita di molte persone e «ci hanno aiutato a costruire società più eque e accoglienti, anche per le persone Lgbtiq».

Nota della Von der Leyen  a Varsavia

Ciò nonostante, lamenta la Ue, «la discriminazione contro le persone Lgbtiq persiste in tutta l’Ue». Morale, mentre la Cina muove alla conquista del mondo e gli Usa si impegnano a difendere la propria egemonia, il “governo” dell’Unione si balocca con il sesso degli angeli. «Il 12 novembre – rivendica infatti la nota – la Commissione ha presentato la prima strategia dell’Ue per l’uguaglianza tra lesbiche, gay, bisessuali, trans, non binarie, intersessuali e queer (Lgbtiq)». Una strategia basata su quattro pilastri. Questi: «Lotta alla discriminazione; garantire la sicurezza; costruire società inclusive; e guidare l’appello per l’uguaglianza Lgbtiq in tutto il mondo». Stiamo freschi.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *