Caos Procure, il Pg della Cassazione: «Il Csm sospenda i 5 togati “longa manus” di Palamara»

30 Lug 2021 18:02 - di Redazione
Palamara

Sospensione delle funzioni, da graduare a seconda delle posizioni, per i cinque ex-togati del Csm Luigi Spina, Antonio Lepre, Gianluigi MorliniCorrado Cartoni e Paolo Criscuoli. Sospensione di due anni per i primi tre, di uno solo per i restanti. È quanto chiesto al collegio della sezione disciplinare del Csm dalla Procura generale della Cassazione. I cinque sono a processo disciplinare per avere partecipato, con Luca Palamara e i politici Cosimo Ferri e Luca Lotti, all’incontro all’hotel Champagne di Roma. Era il maggio del 2019 e in quella sede si discusse di nomine ai vertici delle procure più strategiche, a cominciare da quella capitolina.

Erano con Palamara all’hotel Champagne

L’accusa ha  ritenuto i cinque incolpati responsabili di tutti gli illeciti disciplinari a loro contestati. Si va dalle gravi violazioni dei doveri di correttezza ed equilibrio al tentativo di condizionare in maniera occulta l’attività della commissione incarichi direttivi del Csm. A motivare la graduazione delle diverse richieste, i differenti ruoli ricoperti. Per il Pg Gaeta, infatti, Spina era  la longa manus di Palamara all’interno di Palazzo dei Marescialli. Una sorta di uomo di fiducia con il compito di  «veicolare i suoi interessi». Per Morlini e Lepre ha invece giocato il ruolo ricoperto all’epoca dei fatti: rispettivamente presidente della V Commissione del Csm e relatore della pratica relativa alla nomina del procuratore capo di Roma.

L’accusa: «Condizionavano le nomine»

Il Pg le ha definite «funzioni nevralgiche», che rendono «più grave la gestione parallela delle nomine all’hotel Champagne» e «più incisiva la macchinazione». Il contributo di Criscuoli e Cartoni invece, a giudizio di Gaeta, «si colloca a una soglia di gravità notevolmente inferiore». Da qui la richiesta di un solo anno di sospensione. Nella gerarchia delle sanzioni, la sospensione dalle funzioni sta un gradino sotto la più grave, cioè la rimozione. È quella – per intenderci – applicata dal Csm a Palamara nell’ottobre scorso. «Pur riferendosi alla stessa circostanza – ha spiegato il Pg nella sua lunga requisitoria -, le condotte non sono equiparabili ma sono separate e differenti quanto a indici di gravità».

 

 

 

 

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