Saman, mistero senza fine: inquirenti sulle orme di un fantasma. Dubbi e i punti fermi dell’indagine

28 Giu 2021 13:29 - di Greta Paolocci
Saman

Saman, il mistero s’infittisce. Dopo due mesi passati a indagare. Sospettare. Fermare. Analizzare. Interrogare, soprattutto, a cercare, della 18enne pakistana non c’è traccia. E tra dubbi e piste investigative. Tra orrore e sconcerto. Dolore e indignazione, al momento, in mezzo a tante ipotesi e ombre, c’è una sola certezza: la ragazza non si trova. Sembra svanita nel nulla, senza lasciare traccia tangibile di sé. Ma intanto, seguendo una lunga scia di indizi e di suggestioni. Di ricostruzioni e testimonianze – una su tutte, quella resa dal fratello 16enne della giovane nell’incidente probatorio che ha cristallizzato in prova la sua deposizione – si continua a scavare alla ricerca di un corpo che non si trova.

Saman, tutti i misteri che avvolgono il caso

Due mesi, quelli trascorsi alla ricerca di Saman, in cui tra video e analisi delle chat di tutti i protagonisti coinvolti, sembra di seguire le orme flebili di un fantasma. Quello di Saman: una ragazza in fiore che voleva vivere il suo sogno d’amore con il fidanzato pakistano che vive in un’altra regione. Un sogno che si è infranto sul rifiuto alle nozze con un cugino che la famiglia aveva organizzato per lei. Un sogno che si è trasformato in un incubo che per gli inquirenti: un incubo che ha segnato ineluttabilmente il destino della ragazza e alimentato un rebus che, a questo punto, sembra indecifrabile. Il Resto del Carlino, allora, tra le prime testate a seguire da vicino la terribile vicenda, riassume in 5 punti i dubbi e i misteri che avvolgono il caso.

Il viaggio a Roma e il ritorno a casa per i documenti

Quello che finora risulta certo, dunque, è quanto avvenuto prima della scomparsa di Saman. Che abbandona la comunità di Bologna in cui si era rifugiata dopo la denuncia dei genitori. È l’11 aprile quando la 18enne sale su un treno e raggiunge il fidanzato a Roma. I due stanno insieme per 9 giorni: una sorta di luna di miele strappata a forza che ha del presagio: alla luce dei fatti, quella vacanza all’ombra del Cupolone diventa nel tempo una sorta di viaggio di addio e un momento di unione tra i due ragazzi che non arriveranno mai al traguardo sognato del matrimonio. Forse, rivelano le indiscrezioni, in quella circostanza Saman ordina online in Pakistan addirittura un abito da sposa: un vestito che non arriverà mai ad indossare. Il 20 aprile, infatti, la ragazza torna a Novellara perché deve recuperare i documenti che le serviranno per celebrare il matrimonio. E che il padre, Shabar Abbas, gli ha sequestrato e nascosto. Due giorni dopo viene accompagnata in caserma e il maresciallo le offre di procurarle una nuova documentazione utile. Suggerendole, al contempo, di non tornare a casa dai genitori. Perché Saman rifiuta? Perché rientra in quella casa che diventerà la sua prigione e. forse, la sua tomba? E soprattutto, rilancia il Carlino: «Cosa è successo in quelle 48 ore in cui è rientrata in casa?»…

Che fine ha fatto Saman? Si cerca nelle serre, eppure…

Già, perché il corpo della ragazza non si trova: Saman è diventata un fantasma ormai da due mesi. Da oltre 50 giorni gli investigatori al lavoro sul caso la cercano nei terreni intorno alla casa dei genitori. Mentre, di ora in ora, cresce forte e tangibile anche il dubbio che i suoi resti possano essere stati sepolti altrove. Perché lo zio, che il fratello di Saman ha additato come l’esecutore dell’omicidio decretato dal clan familiare, era consapevole dell’esistenza delle telecamere. Dunque potrebbe averle usate strumentalmente, per dare il via al primo depistaggio. Quello realizzato con il video dei tre uomini armati di pala che passano tranquillamente sotto l’occhio digitale, sapendo di essere ripresi.

Il ruolo del fratello di Saman

Dunque, il rischio che Saman possa restare un fantasma fino a quando qualcuno non indicherà il posto in cui è stata portata e sepolta si fa più concreto ad ogni nuovo nulla di fatto delle ricerche. Mentre è una certezza, accreditata da un altro famoso video, che il 1° maggio, due giorni dopo la scomparsa di Saman, i genitori si imbarcano alla Malpensa su un aereo diretto in Pakistan. Sanno che non torneranno mai più in Italia. Eppure lasciano qui l’altro figlio. Perché? E per quale motivo lo affidano allo zio, una figura dirompente all’interno della famiglia, che terrorizza in particolar modo proprio il ragazzo. Forse, s’interroga il quotidiano locale citato, «in questo modo, i genitori pensano di destare meno sospetti facendo credere ad un ritorno rapido in Italia?».

I carabinieri fanno saltare il piano

Probabilmente, per il ragazzo 16enne, l’accordo è quello di restare a Novellara qualche giorno per poi raggiungere in Pakistan i genitori insieme allo zio. L’arrivo dei carabinieri il 5 maggio fa, però, saltare il piano. I due fuggono cercando di spostarsi in un altro Paese europeo, ma vengono intercettati a Imperia. Lì il fratello viene bloccato, mentre lo zio, ancora non indagato, riesce a fuggire e a nascondersi chissà dove, facendo perdere le proprie tracce. Ma riguardo a questo punto, il Carlino avanza un’altra ipotesi: c’è infatti anche «chi pensa che sia stato lo zio a imporre ai genitori di Saman di lasciare in Italia il ragazzo per controllarlo e avere la certezza di non essere denunciato da nessun membro della famiglia».

Il giallo della sparizione dello zio Danish

Danish Hasnain, indicato come l’esecutore materiale dell’omicidio, è sparito nel nulla. Gli investigatori sono convinti che sia ancora in Europa e lo stanno cercando ovunque. Senza, al momento, grandi riscontri e con la grande incognita di un possibile rientro in Pakistan che complicherebbe ricerche e individuazione. La domanda, allora, sorge spontanea. E il Resto del Carlino se la pone, spacchettandola in più interrogativi: «Chi lo sta proteggendo? Chi lo sta aiutando? Qual è la rete di sostegno su cui può contare, considerando anche le telefonate e i messaggi arrivati al fratello di Saman, con l’invito a non rivelare niente, da Francia e Inghilterra?».

Il silenzio alimenta i sospetti e contribuisce a rendere Saman un fantasma introvabile

Sì, perché a parte il silenzio omertoso e complice dell’intera conventicola familiare protagonista della vicenda, le indagini rivelano nel silenzio più oscuro l’intervento telefonico di due fantomatiche zie che vivono in Europa. Possibile che non sappiano davvero niente? Plausibile ipotizzare che, all’interno della comunità pachistana e islamica, non ci sia qualcuno messo a parte di informazioni importanti? Anche solo dei semplici dettagli che, magari, potrebbero dare una svolta alle indagini? Anche questo silenzio, allora, grava pesantemente sul caso. E contribuisce ad alimentare misteri e sospetti. E, soprattutto, a far diventare Saman un fantasma. Introvabile...

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