Rivolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, misure cautelari per 52 agenti della penitenziaria

28 Giu 2021 12:46 - di Agnese Russo
carcere santa maria

Il Gip di Santa Maria Capua Vetere ha emesso misure cautelari nei confronti di 52 agenti del Corpo di Polizia penitenziaria nell’ambito dell’inchiesta della Procura sammaritana sui presunti pestaggi avvenuti nel carcere casertano nell’aprile 2020. Tra i destinatari di misura cautelare figura anche Antonio Fullone, provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Campania, per il quale la misura è l’interdizione. Tra le misure vi sono anche i domiciliari, disposti per altri funzionari.

L’inchiesta sui fatti del carcere di Santa Maria Capua Vetere

L’inchiesta era partita a seguito delle denunce, da parte di alcuni detenuti, di presunte violenze avvenute nei loro confronti come “punizione” per la rivolta scoppiata il 6 aprile 2020 a seguito di alcuni casi di positività al Covid in carcere. A giugno dello stesso anno oltre 40 agenti della polizia penitenziaria erano stati raggiunti da avvisi di garanzia in quanto indagati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere per reati di tortura, violenza privata e abuso di autorità ai danni dei detenuti. All’esterno del carcere si tennero proteste da parte degli agenti per il coinvolgimento dei colleghi nell’inchiesta e per le modalità di notifica degli atti, avvenuta con quella che i sindacati denunciarono come una «spettacolarizzazione».

Il ministero della Giustizia: «Fiducia nella penitenziaria»

Sul caso è intervenuto il ministero della Giustizia facendo sapere di seguire con «preoccupazione gli sviluppi dell’inchiesta di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato a numerose misure cautelari. La ministra, Marta Cartabia, e i vertici del Dap rinnovano la fiducia nel corpo della polizia penitenziaria, restando in attesa di un pronto accertamento dei gravi fatti contestati».

I sindacati: «Provvedimenti abnormi»

Ma proprio al ministro si sono rivolti i sindacati, che in merito vicenda hanno espresso «sorpresa», «amarezza», «sgomento». «Se le proporzioni fossero davvero quelle che sembrano emergere» allora «quanto accaduto confermerebbe che il sistema complessivo non funziona», ha sottolineato il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, sollecitando al ministro Cartabia l’apertura di tavoli tematici. «A noi sembrano provvedimenti abnormi», ha detto poi il segretario generale del Sappe, Donato Capece. «In quei giorni misero carcere a ferro e fuoco e ci furono momenti davvero drammatici», ha aggiunto, ricordando che gli agenti subiscono aggressione quotidiane da parte dei detenuti. È stato infine Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia penitenziaria a chiedersi cosa sarebbe successo in quel carcere senza l’intervento della penitenziaria. «E – ha aggiunto – cosa accadrà adesso in questo e in tutti gli altri istituti penitenziari italiani se passa la linea di delegittimazione del personale penitenziario?».

La solidarietà di Salvini e di FdI

«Mi sto informando sugli arresti degli agenti della Polizia penitenziaria a Santa Maria Capua Vetere che repressero una delle troppe rivolte nelle carceri italiane. Che a essere arrestati siano i poliziotti che hanno difeso se stessi e il proprio lavoro è bizzarro. Poi si è innocenti fino a prova contraria, però a me piacerebbe che ci fosse più rispetto per il lavoro delle forze dell’ordine», ha commentato Matteo Salvini. «Totale solidarietà» agli agenti e a Fullone è poi arrivata dal questore della Camera e deputato campano di FdI Edmondo Cirielli.

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