Licenziamenti, sindacati in piazza contro il governo: «Senza blocco si rischia la bomba sociale»

26 Giu 2021 14:51 - di Redazione

Si rischia una bomba sociale. È l’allarme lanciato al governo Draghi dal leader della Cgil Maurizio Landini dal palco di piazza Castello a Torino. Cgil, Cisl e Uil in sono scesi in piazza a Torino, Firenze e Bari per chiedere di prolungare il blocco dei licenziamenti

Sindacati in piazza, il messaggio di Landini

“E’ un errore sbloccarli“, dice il numero uno della Cgil. Si rivolge al premier, al governo. Alle forze politiche, a Confindustria, a Confapi. E a tutte le associazioni  con al fianco un lavoratore della ex Embraco.

Messaggio al governo: no ai licenziamenti

I problemi e le riorganizzazione necessarie non si devono affrontare con i licenziamenti. Se si vogliono evitare i licenziamenti lo strumento c’è”, incalza Landini. “È  una questione di volontà politica. Governo e imprese nei prossimi mesi si prendano le loro  responsabilità. Dove ci sono problemi, usino la cassa integrazione ordinaria e i contratti di solidarietà”.

La questione – ha osservato ancora Landini – non è se i problemi saranno tanti o pochi. Il problema è che le riorganizzazioni necessarie nelle aziende non si devono affrontare con i licenziamenti. Abbiamo bisogno di politiche industriali. E ammortizzatori sociali degni di questo nome”.

La Cgil al governo: si rischia la bomba sociale

Oggi – è l’ultimatum – chiediamo la proroga del blocco dei licenziamenti. “Che il governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro. È  il momento di unire, non di dividere. Non è il momento di ulteriori fratture sociali”.
E ancora: “Oggi era ora di prenderci la piazza. E dire che il Paese cambia solo se cambia insieme al lavoro. Non siamo disponibili ad accettare un peggioramento. Né oggi né mai. Lo sappiano le forze politiche e le imprese”. Landini non molla. “Siamo all’inizio di questa mobilitazione. Vogliamo portare a casa il risultato. Ma se non ci ascoltano non ci fermiamo qui. E uniti andremo avanti finché non lo avremo ottenuto”.

La mobilitazione è solo all’inizio

La fotografia è impietosa. “Per noi – aggiunge il leader della Cgil – non è più accettabile quello che sta succedendo. Una competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Questo dovrebbe preoccupare anche chi fa politica. Dovrebbe preoccupare anche il governo. Perché c’è bisogno di ricostruire quella fiducia che ancora non c’è”. Per farlo, però, c’è bisogno che la rappresentanza del lavoro sia coinvolta.” Se non lo sarà vedremo cosa fare, compreso il provvedimento di evitare che il 1 di luglio possano partire dei licenziamenti“.
Ancora più duro il numero uno della Uil, Pier Paolo Bombardieri, a Bari. “Bisogna fare attenzione, ci sono crisi e situazioni che rischiano di esplodere. Dobbiamo evitare che questo diventi una bomba sociale a partire dal 1 luglio“.

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