“Il Festival del libro di Todi è troppo di destra”: partigiani, antifascisti e femministe si scatenano

14 Giu 2021 13:10 - di Redazione

Il copione si ripete tristemente noto. Prendi un Festival del libro libero, al di fuori dei paletti asfissianti del mainstream, e scoppia l’indignazione democratica. La censura del politicamente corretto. Le proteste dei partigiani e dei sindacati rossi. L’isterismo antifascista. Succede anche quest’anno a Todi. Il borgo umbro, che da giovedì a domenica ospita la kermesse dal titolo “Festival città del libro”. Promossa dalla ‘pericolosa’ associazione Castelli di Carta. Con il patrocinio, che orrore, della Regione Umbria. Contro il quale si è scagliata la sinistra gridando allo scandalo.

Festival del libro a Todi, scatta la censura rossa a orologeria

Volumi e pensatori non intruppati, colpevoli di raccontare ‘un’altra verità. Non omologata. Tanto basta per urlare al pericolo sovranista, all’estremismo culturale. Gratta gratta al fascismo. Per Anpi, sinistra e circoli femministi i cattivi maestri sono tanti. E vanno fermati. Alcuni hanno un curriculum fortemente identitario a destra. Altri meno. Ma tutti, storici, filosofi, editori, sono nemici giurati della narrazione politically correct e poco graditi alla sinistra. Tutti da censurare a priori. Si va da Giampiero Mughini a  Massimo Fini. Da Gennaro Malgieri a Stenio Solinas. Da Toni Capuozzo a Stefano Zecchi, Alessandro Meluzzi, Marco Gervasoni. Gli inviati di guerra Fausto Biloslavo e Gian Micalessin. La popolare scrittrice cattolica Costanza Miriano.

La contromanifestazione antifascista, ma che c’entra?

Anche questa volta è partita la macchina della censura preventiva. Contro, parola del compagno Fratoianni, il “Festival Littorio che irride la Costituzione”. Il dagli all’untore nel nome della superiorità ‘ontologica’ del pensiero unico. Obiettivo: delegittimare l’evento culturale. Spaventare il pubblico con i fantasmi del sovranismo, razzismo, populismo. Anche perché il festival nasce in Umbria ma ha una forza di richiamo ben oltre i confini regionali. Con un ricco parterre e un calendario importante di premi letterari, concerti e spettacoli teatrali. Con l’avvicinarsi delle ore la sinistra alza la voce. E mobilita la solita sgangherata rete di sigle dall’acre passato antifascista. Così contro il Festival del libro arriva la contromanifestazione delle anime belle della sinistra. Dal titolo “Todi città dell’antifascismo”. Nella stessa stessa piazza che ospiterà la kermesse libraria, piazza del Popolo.

Fratoianni all’attacco del Festival Littorio

“Sono oltre 30 le associazioni che hanno organizzato insieme all’Anpi per la prossima settimana una manifestazione a Todi. Dopo che la Regione Umbria e il Comune di Todi non hanno ritirato il patrocinio al festival del libro”. Annuncia il parlamentare di sinistra italiana. Che denuncia sdegnato “una sfilata di esponenti di CasaPound. Giornalisti e scrittori legati al mondo dell’estrema destra. E dei sedicenti ‘fascisti del terzo millennio”.

Il boicottaggio dei sinceri democratici

I primi segnali di boicottaggio dei pluralisti democratici si erano avuti ad aprile. Adesso Cgil, Anpi e un’altra trentina di associazion sono pronti a marciare contro il festival delle destre. In nome del politicamente corretto che dà le pagelle ai libri e scomunica chi la pensa in ‘un altro modo’. Con buona pace del pluralismo sancito dalla Costituzione e della libertà d’opinione. La reazione ‘antifascista’ lascia senza parola gli organizzatori del festival. “La scelta della location – risponde l’associazione Castelli di carta – ci lascia perplessi. Almeno quanto il titolo della manifestazione, che fa il verso a quello, sensato e pertinente,  della nostra kermesse culturale”.

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