Comunali, sorpresa: ora Letta è contro i magistrati in politica. Meloni: «Ed Emiliano e gli altri?»

10 Giu 2021 14:03 - di Eleonora Guerra
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I magistrati in politica turbano Enrico Letta, che se la prende con il centrodestra che ha candidato Simonetta Matone come vicesindaco di Roma e ragiona sulla candidatura di Catello Maresca a Napoli. Un «errore gravissimo», ha tuonato il segretario del Pd, lamentando il «buco nella legge» che non lo impedisce. Una dichiarazione che potrebbe apparire sorprendente, alla luce del feeling che da sempre la sinistra ha con i magistrati che scendono in politica. Ma che, in realtà, non lo è perché, ha sottolineato Giorgia Meloni, siamo al «classico utilizzo dei due pesi e due misure della sinistra italiana».

Letta ora si scopre contro i magistrati in politica

«Il centrodestra ha candidato due magistrati a Napoli, come sindaco, e a Roma, come vice sindaco. Peccato che siano magistrati in funzione nel posto dove si candidano, hanno preso decisioni sulla libertà delle persone, hanno accesso a tutti i dati sensibili della terra rispetto alla quale si candidano. La legge ha un buco, non impedisce questo, è un errore gravissimo», ha detto Letta a L’aria che tira su La7.

Meloni: «La sinistra è una vita che candida i magistrati»

«Letta non si è accorto quando si è candidato Michele Emiliano, il sindaco di Napoli De Magistris, Ingroia?», è stata quindi la domanda di Meloni, anche lei ospite a L’aria che tira. I magistrati, ha chiesto quindi la leader di FdI, «non si possono candidare solo nel centrodestra?». «È il classico utilizzo dei due pesi e due misure della sinistra italiana», ha proseguito Meloni, ricordando che «se è consentito, è consentito; se non è consentito non è consentito». «Se vogliamo aprire un dibattito lo apriamo. Ma – ha avvertito – non è che si dice che non si possono candidare nel centrodestra quando la sinistra è una vita che usa i magistrati e li candida. Michele Emiliano si candidò sindaco di Bari quando aveva operato a Brindisi e a Bari, a sindaco e a presiedente della Regione. Non se n’è accorto Enrico Letta? Perché credo che ci fosse anche lui».

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