Caos M5S, Grillo e Giuseppi a un passo dallo strappo. E rispunta l’ipotesi del partito di Conte

22 Giu 2021 17:09 - di Chiara Volpi
M5S Conte Grillo

Che Grillo e Conte siano ai ferri corti non è una novità. E che in casa M5S stiano volando gli stracci tra i capi e tra vertice e base, nemmeno. Nonostante gli sforzi mirati a negare l’evidenza dei fatti. Come il rinvio all’ultimo della presentazione dello statuto del Movimento 5 Stelle 2.0, previsto per questa settimana – si parlava di mercoledì o al massimo giovedì – e rimandato ancora una volta. Troppi gli screzi e gli attriti tra Conte e Grillo. Ancora troppi i nodi da sciogliere e su cui le due stelle del firmamento pentastellato su cui si addensano sempre più nubi, hanno ancora visioni distanti. Quasi inconciliabili. Perché nessuno dei due vuole cedere o, quanto meno, retrocedere di un passo…

M5S, Conte e Grillo ai ferri corti: volano gli stracci al vertice del Movimento

Non rientra il diverbio tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Tanto che, in queste ore, non solo non c’è traccia della presentazione del neo M5S  che, come anticipato in apertura, avrebbe dovuto tenersi giovedì, in una sala nel centro di Roma. Ma addirittura aumentano esponenzialmente i rumors che inducono a ipotizzare un divorzio imminente: il garante e padre nobile del Movimento da una parte, l’ex premier dall’altra. E così, la presentazione del neo statuto – una trentina di pagine in tutto – a quanto apprende l‘Adnkronos non dovrebbe tenersi nemmeno la settimana prossima, né quella più avanti. Tutto è in stand-by: impaludato nel marasma del disaccordo e della rivendicazione di una autorevolezza che l’uno disconosce all’latro.

M5S, Conte e Grillo: tutti i nodi da sciogliere e i bocconi indigesti da mandar giù

Al punto che, ormai non solo i bookmakers, ma chiunque anche non di area grillina, è pronto a scommettere che non sia da dare per scontato che la crisi tra Conte e Grillo possa rientrare. Lo scontro alimentato dalle diffidenze reciproche. Il braccio di ferro culminato nel corpo a corpo sulla stesura del documento statutario. L’amarezza di Grillo per non avervi potuto partecipare attivamente. E, più in generale, l’ostracizzazione del fondatore M5S  dalle scelte politiche del Movimento sono bocconi indigesti che Grillo non riesce proprio a mandare giù. D’altro canto, Giuseppi ha già dichiarato per terra e per mare tutti i progetti in serbo per M5S di cui rivendica timone e rotta. Così come quell’incontro “solitario” di Grillo all’ambasciata cinese denota un certo malumore da parte dell’avvocato del popolo…

Si fa sempre più strada l’ipotesi di un partito di Conte

Per questo, e altro ancora, dunque, in queste ore, prende sempre più forma l’ipotesi di un partito di Conte. Con tutte le conseguenze del caso, dilanianti per un M5S già scosso da correnti e guerre interne. A risolvere le cose potrebbe contribuire un faccia a faccia tra i due, visto che l’arrivo di Beppe Grillo a Roma continua ad essere considerato imminente. Non si esclude anche un incontro con i parlamentari. Chi è vicino al fondatore del Movimento continua a descriverlo amareggiato e deluso: ad accendere la miccia della sua rabbia la mancata presenza dell’ex premier all’ambasciata cinese, dove Grillo è arrivato da solo.

M5S, Conte e Grillo: l’ultimo attrito sulla stesura dello Statuto 2.0

Dunque, l’ultimo attrito riguarda le recriminazioni sullo statuto, che continuerebbe a non convincere il padre nobile. Fonti parlamentari raccontano di un garante che continua ad «alzare la posta, una richiesta dopo l’altra», le ultime proprio nella giornata odierna. «Grillo ha sempre detto che il Movimento è biodegradabile – rimarcano le stesse fonti – se il braccio di ferro con Conte non rientra, magari è arrivato il momento…».

Le nubi dei ricorsi legali sulla rifondazione targata Conte

Sulla rifondazione targata Conte, inoltre, si addensano le nubi dei ricorsi legali. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, molti iscritti pentastellati, delusi per il divorzio tra il Movimento e Davide Casaleggio, sarebbero pronti alle carte bollate per chiedere che la votazione sul neo-statuto del M5S si celebri sulla piattaforma Rousseau e non sul nuovo portale telematico. Lo stesso Casaleggio, in una intervista rilasciata giorni fa al Tg4, ha ipotizzato uno scenario di questo tipo: «Il problema che vedo sulla votazione imminente – ha spiegato il patron di Rousseau – è quello della legittimità. Lo statuto del Movimento prevede che le votazioni vengano fatte e verificate da Rousseau. Quindi potrebbero esserci diversi ricorsi…».

La guerra con Casaleggio e il “caso” dell’elezione del Comitato direttivo

Non solo. Altri contenziosi, evidenziano fonti pentastellate, potrebbero sorgere a causa del mancato voto per l’elezione dei membri del Comitato direttivo, l’organo collegiale voluto dagli iscritti agli Stati generali di novembre ma poi rimasto vacante, in attesa della “Rivoluzione contiana”: «Avere i dati (che Casaleggio ha consegnato dopo una lunga trattativa e un esposto al Garante per la privacy) ma non votare il Comitato potrebbe essere oggetto di ricorsi…».

M5S e Casaleggio: il punto sui dati “in ostaggio”

E non è ancora tutto. Una ulteriore, potenziale “grana” potrebbe scoppiare per quanto riguarda l’uso dei dati. In seguito alla rottura con Rousseau, viene evidenziato, da settimane non è più possibile iscriversi né depennare al propria iscrizione dal Movimento 5 Stelle. Se continuano così – osserva chi ha seguito da vicino il braccio di ferro tra M5S e Casaleggio – i pentastellati «possono incorrere in un data breach»: ossia una violazione dei dati personali, perché «non è possibile tenere “in ostaggio” i dati per un periodo di tempo prolungato». E lo scontro continua: si attende la prossima puntata…

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