A Roma è allerta per i contagi tra gli stranieri. Le Asl: «Percentuali elevate, cerchiamo le varianti»

9 Giu 2021 9:01 - di Natalia Delfino
contagi stranieri

Preoccupa, a Roma, l’andamento del Covid nelle comunità straniere. Mentre nella popolazione generale, infatti, i contagi diminuiscono in maniera significativa, fra i cittadini immigrati «la percentuale di positivi è in crescita», ha spiegato il direttore del Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica) della Asl Roma 1, Enrico De Rosa. Le Asl hanno messo in luce il fenomeno attraverso l’attività di monitoraggio, volta in particolare a identificare le varianti. Fra le cause del fenomeno, secondo gli esperti, ci sono sia il fatto che gli stranieri si vaccinano di meno, spesso perché irregolari, sia il fatto che in molti casi non si possono permettere il tampone rapido a 22 euro, con la conseguenza di tardare tracciamento e profilassi.

In crescita la percentuale di contagi tra gli stranieri

Ad accendere i riflettori su quello che accade nella Capitale è stato Il Messaggero, con un articolo intitolato «Boom di stranieri positivi: le Asl a caccia di varianti». Il pezzo dà conto dei dati rilevati dalle diverse Asl cittadine. «Mentre i contagi a livello generale continuano a calare, ormai nel Lazio siamo sotto ai 150 positivi giornalieri, tra gli stranieri questa flessione è molto meno marcata, anzi», ha spiegato ancora De Rosa. La Asl Roma 2, poi, ha condotto un monitoraggio ad ampio spettro per mappare le varianti. Lo studio ha interessato un territorio molto vasto, da Malafede a Cinecittà passando per Tor Bella Monaca e l’Eur, ed è durato 14 giorni. Il risultato è stato che il 25% dei casi di contagio individuati riguardavano stranieri.

Le percentuali del fenomeno

Va perfino peggio nella Asl Roma 3, dove convergono anche i dati dell’aeroporto di Fiumicino. Qui la percentuale arriva al 30%, concentrata soprattutto nelle comunità bengalese, indiana, filippina e ucraina. «Al di là delle differenze tra distretto e distretto – sottolinea Il Messaggero – si nota una proporzione molto più marcata rispetto all’incidenza degli stranieri sulla popolazione cittadina: poco più di 349mila persone su 2,8 milioni di abitanti, secondo le statistiche del 2019, cioè il 12,5% dei residenti». Per De Rosa questo fenomeno dipende da «un mix di fattori».

Il problema dei vaccini fra gli irregolari

«In alcune comunità c’è una copertura vaccinale molto bassa, anche per motivi indipendenti dalla volontà dei singoli: pensiamo a chi è irregolare. Non ha modo di avere la tessera sanitaria e non può prenotare il vaccino», ha spiegato il direttore del Sisp della Asl Roma 1. Poi c’è il problema dei tamponi: «Non tutti possono permettersi un tampone rapido dal privato, anche se c’è la tariffa calmierata a 22 euro». Il risultato è quello evidenziato al quotidiano romano da un esperto del contact tracing della Roma 2, rimasto anonimo: «In alcuni casi, quando interveniamo con i test molecolari è tardi, il virus si è già moltiplicato».

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