Sorpresa, sui migranti la Lamorgese si scopre sovranista: «In Europa dobbiamo farci sentire»

27 Mag 2021 13:33 - di Giacomo Fabi
Lamorgese

Che cosa aspettano i sovranisti ad organizzare il comitato d’accoglienza per il doveroso benvenuto a Luciana Lamorgese? Sì, proprio lei, la ministra che al Viminale sostituisce Matteo Salvini da quando, due anni fa, questi fece harakiri sotto il solo del Papeete. Ricordate? Nessuno più di lei avrebbe dovuto incarnare il dogma della discontinuità, altrimenti solo cromatica, tra il governo giallo-verde e quello giallo-rosso. Ovviamente, sul tema dell’immigrazione. Porti spalancati piuttosto che chiusi, fede nella Ue in luogo dei pugni d battere sul tavolo e libero sbarco al posto dei flussi regolati. Per quanto strano possa apparire, fu così che quest’anonimo prefetto salì sugli scudi della sinistra fino ad assurgere ad anti-Salvini.

Lamorgese: «L’accordo di Malta non funziona»

Ma questo è ieri. Il presente ci consegna invece una Lamorgese in modalità addirittura sovranista e molto scettica sulle ricette di Bruxelles in tema di sbarchi. «L’accordo di Malta non ha dato i frutti sperati», ha sospirato in mattinata la ministra dalla prefettura di Palermo. Si riferiva alla tanto strombazzata intesa sulla ricollocazione dei migranti in Europa su base volontaria. Persino un bambino avrebbe fiutato che i nostri partner Ue ci stavano solo prendendo in giro. Ma era vietato dirlo senza passare per biechi sovranisti, razzisti, fascisti, e via dicendo. Ora però lo ammette la Lamorgese che fa la spola il Nord-Africa e Bruxelles in cerca di quella solidarietà che finora non ha trovato.

Doveva incarnare la discontinuità con Salvini

«Occorre far sentire la nostra voce», ha aggiunto ricordando che anche «Draghi è andato a parlare in Europa» per ricordare a chi di dovere che «il problema delle migrazioni è importante». E ancora: «Ci può essere una migrazione sostenibile e umana, ma nello stesso tempo deve avere delle regole». Bene, brava, bis. Addirittura da incorniciare la sua conclusione: «L’immigrazione è un fenomeno complesso che deve essere governato. Il decreto flussi deve essere rivisto in termini di quote». Lo ha detto proprio la Lamorgese. Eppure sembrava Salvini.

 

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