Mottarone, “errore umano tra le ipotesi”. «In video si vede la funivia che torna indietro»

25 Mag 2021 14:20 - di Redazione
Mottarone

Tragedia della funivia del Mottarone, fra le ipotesi al vaglio anche quella di un “errore umano” così come il mancato funzionamento del sistema di frenata di sicurezza. A riferirlo il procuratore capo di Verbania, Olimpia Bossi in riferimento all’inchiesta per omicidio plurimo colposo sull’incidente. L’errore umano «fa parte degli accertamenti che devono essere fatti, non è riscontrabile a occhio nudo da un video che non ha neanche una qualità eccelsa. Tutto è stato coperto e repertato e sarà a disposizione dei consulenti tecnici, non prima non tocchiamo niente», aggiunge il procuratore Bossi.

Mottarone, il procuratore: «Non sappiamo se c’è una scatola nera»

Al momento ci si concentra su due punti cardini: il cavo e il sistema frenante di sicurezza. Sulla forchetta, altro elemento dell’impianto, è «un meccanismo che fa parte del sistema di blocco o sblocco della cabina, se sia stato rimosso o non sia stato reinserito questo resta nel campo delle ipotesi e dovrà essere accertato da un esame del reperto rinvenuto», spiega il procuratore Bossi, che aggiunge: «Non sappiamo se c’è una scatola nera».

«Il giorno prima dell’incidente – spiega Bossi – ci è stato riferito che è stato un blocco dell’impianto, si è fermata la funivia e c’è stato un intervento per rimetterla in funzione. Se questo sia collegato o meno con l’incidente ancora non lo sappiamo, così come non sappiamo se erano presenti all’interno della cabinovia delle persone».

I video dei sistemi di sorveglianza

Nei video del sistema di sorveglianza dell’impianto sequestrati dopo l’incidente, continua il procuratore capo, «si vede la funivia che improvvisamente torna indietro, sono immagini in bianco e nero e non particolarmente nitide». «Si vede la cabina che improvvisamente sussulta e poi la visuale è limitata», aggiunge il procuratore Bossi che precisa che si tratta di immagini del sistema di video sorveglianza: non c’è video o audio all’interno della cabinovia coinvolta nell’incidente.

«Le perizie ad esperti»

«Sto cercando di avere risposta dai vigili del fuoco che dovranno rivolgersi a delle loro strutture perché la cabina si trova in una posizione molto difficile e con mezzi normali non è facile rimuovere, spero trovino una soluzione», replica quindi il procuratore a chi gli chiede quando inizieranno le operazioni di recupero della cabinovia. Per capire le cause del disastro la procura affiderà alcune perizie a degli esperti, probabilmente del Politecnico di Torino. «Anche per una ragione di tempistica io vorrei che facessero un primo sopralluogo lì perché possano vedere i luoghi e poi anche perché altrimenti i tempi si dilaterebbero ulteriormente», aggiunge il procuratore che specifica che al momento «non c’è ancora una data».

Sulle iscrizioni nel registro degli indagati

A chi chiede quante saranno le iscrizioni nel registro degli indagati, Bossi replica: «Sarebbe inopportuno e fantasioso dare qualche numero». «Nei prossimi giorni procederemo con le acquisizioni documentali, spero di avere un quadro più chiaro nel giro di pochi giorni». La documentazione «che verrà acquisita sarà notevole anche come mole» assicura il procuratore che ha già in mano tutte le carte relative all’impianto sotto sequestro e a breve procederà con il sequestro di ulteriore documentazione “presso tutti gli enti interessanti”.

Il numero degli indagati «dipenderà dal risultato delle acquisizioni documentali che faremo nei prossimi giorni. La documentazione deve essere vagliata con attenzione, le modalità con le quali una persona deve essere ascoltata cambiano se come persona informata dei fatti o se indagata», spiega il procuratore Bossi.

Ipotizzare le responsabilità

Non solo: «Va chiarito anche l’accordo per cui la Regione avrebbe ceduto la proprietà al Comune: non è chiaro se questo è accaduto completamente o ci sia una condivisione sotto il profilo di finanziamento, di contributo alle spese di mantenimento dell’impianto. La vicenda ha profili di complessità che si stanno rivelando ogni giorno un po’ più delicati».

In questo momento «ci stiamo concentrando sull’individuare i soggetti rispetto ai quali ipotizzare un eventuale profilo di responsabilità», conclude.

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