Decreto Sostegni bis: tornano i soliti incentivi per le auto. Solo palliativi per piccole imprese e famiglie

20 Mag 2021 9:38 - di Carlo Marini
decreto sostegni bis

Nel decreto Sostegni bis, atteso questa mattina in Consiglio dei ministri, con un centinaio di articoli, tra le molte ombre e le pochi luci, la grande novità dell’ultima ora è l’ennesima rottamazione auto. Il provvedimento dovrebbe contenere misure per accompagnare la fine del blocco dei licenziamenti. Al lavoro dovrebbero andare circa cinque miliardi di euro per finanziare diversi strumenti, dagli sgravi al 100% fino a seimila euro per il contratto di rioccupazione alle norme sui contratti di solidarietà, dalla proroga di sei mesi della cassa per cessazione e l’estensione dei contratti di espansione alle imprese da oltre cento dipendenti.

Il tema più caldo è quello della fine del blocco dei licenziamenti

Altri tre miliardi andranno alla Sanità tra esigenze del commissario per l’emergenza (1,5 miliardi), smaltimento delle liste di attesa (500 milioni), fondi per vaccini e ricerca ma anche per istituire il nuovo codice di esenzione dal ticket per il monitoraggio di chi è stato ricoverato dopo il contagio. In arrivo anche un altro stop, fino alla fine di giugno, per le cartelle esattoriali.

I soliti palliativi, come i contributi a fondo perduto per le imprese, gli aiuti alle famiglie (che risultano) più povere. Quindi il tema più caldo. Il blocco dei licenziamenti ha pressoché dimezzato le riduzioni di personale. Con la moratoria si è infatti passati da una media mensile di 45 mila contratti interrotti a 20 mila, da 5 lavoratori ogni 1.000 a tempo indeterminato espulsi dal mercato del lavoro si è passati a 2 ogni 1.000. Ma adesso quando a fine giugno questo blocco finirà, che può succedere? Che, come temono i sindacati, potremmo dover fare i conti con qualcosa come 580 mila licenziamenti.

Decreto sostegni bis: tutto quello che serve sapere

Il pacchetto di interventi a favore del lavoro vale 5 miliardi. Si punta sul contratto di rioccupazione, applicabile in tutti i settori produttivi. In dettaglio, si tratta di un contratto a tempo indeterminato che prevede un percorso di formazione e un periodo di prova per un massimo di sei mesi. Una tipologia di contratto che garantisce alle aziende uno sgravio del 100% sui contributi relativi al semestre di formazione. Ma l’esonero dal versamento dei contributi ha una serie di paletti. Non può superare, ad esempio, il valore di 6 mila euro. Va detto pure che l’esonero contributivo vale solo se il datore di lavoro nei sei mesi precedenti l’assunzione non ha effettuato licenziamenti.

Il prepensionamento fino a 5 anni: per chi è previsto

Tra le misure in favore del lavoro figura il potenziamento del «contratto di espansione». E cioè il meccanismo che permette di mandare in pensione i lavoratori fino a 5 anni prima del previsto. Al momento l’accordo tra imprese e lavoratori per lo «scivolo» vale per le aziende con più di 250 dipendenti, una soglia che si abbasserà a quota 100, ampliando così le possibilità di una staffetta generazionale. A caratterizzare il decreto sono, soprattutto, i 18 miliardi di ristori destinati alle imprese colpite dalla pandemia. Con l’ennesimo nuovo meccanismo per i contributi a fondo perduto: oltre all’indennizzo, calcolato sulla base della perdita di fatturato, viene introdotto un ristoro che tiene conto dei costi fissi e dei risultati d’esercizio, prevedendo così un contributo in due tempi con un conguaglio alla fine dell’anno, in base ai dati di bilancio.

Il decreto conterrà anche l’ipotesi di rifinanziare gli incentivi per la rottamazione e l’acquisto di veicoli meno inquinanti. Insomma il governo rifinanzierà sino a fine anno gli incentivi a favore del settore auto. In particolare per le vetture con emissioni di CO2 da 61 a 135 g/km. Per l’ennesima rottamazione auto serviva il super tecnico Draghi ?

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