De Luca “inguaiato” dal coro dei salernitani dopo il ritorno in A: «Chi non salta napoletano è» (video)

10 Mag 2021 20:42 - di Marzio Dalla Casta

Tornare in Serie A e scatenare un possibile caso politico al grido di «chi non salta napoletano è». Al momento è solo un’ipotesi, ma tutt’altro che campata in aria. Soprattutto se quella squadra è la Salernitana e se tra i suoi supporter più illustri c’è un tifoso del calibro di Enzo De Luca, che già nel 2015 si trovò al centro di una polemica politico-pallonara. A scatenarla, in quel caso, fu Stefano Caldoro, che di lì a poco avrebbe ceduto lo scettro di governatore della Campania proprio all’allora sindaco di Salerno. Il calcio, si sa, è un’impareggiabile vetrina per chi è candidato. Ancor di più se il club cittadino vince e convince.

Nel 2015 fu polemica tra Caldoro e De Luca

Così fece in quel campionato la squadra granata, tagliando trionfalmente il traguardo che la riportava in B dopo quattro anni. Festa grande, lucciconi, fuochi d’artificio, palco per le autorità e, soprattutto, cori da stadio. A cominciare dal «chi non salta napoletano è» ritmato sulle note di Bella Ciao sotto l’occhio compiaciuto del sindaco aspirante governatore. Da qui in tentativo di Caldoro di spacciare il rivale alla stregua di un invasore che mirava a Napoli come bottino di guerra. Non ebbe fortuna, e De Luca si insediò anche lui trionfante a palazzo Santa Lucia.

Si vota a Napoli e a Salerno

La storia rischia ora di ripetersi. La Salernitana è tornata in A e – come riferisce il sito Fanpage – subito i cori hanno rinverdito il vecchio adagio sul saltello anti-napoletano. Questa volta, però, potrebbe non essere come sei anni fa. E sì, perché ora De Luca è governatore della Regione con capitale Napoli. È istituzione e non più outsider. Se i suoi concittadini gridano che «chi non salta, napoletano è», lui dovrà difendere i partenopei. Tanto più che in entrambe le città in autunno si vota. Urge perciò gesto riparatore verso il capoluogo di Regione. Andrebbe bene tutto tranne che imporgli di gridare «forza Napoli» nella sua città. Lo farebbe volentieri. Si chiama infatti Napoli il sindaco deluchiano di Salerno.

 

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