Protesta dei ristoratori, Cirielli: «In piazza scenari venezuelani, Draghi ascolti la loro disperazione»

13 Apr 2021 13:10 - di Agnese Russo
protesta ristoratori

Quelli che si sono visti nelle piazze sono «scenari venezuelani», che hanno l’effetto di «provocare» e non evitare gli incidenti. Il deputato e coordinatore della direzione nazionale di FdI, Edmondo Cirielli, interviene sul caso dei disordini alle manifestazioni di protesta delle categorie messe in ginocchio della pandemia, fra le quali quella dei ristoratori. E chiarisce: «Io sono stato e sarò sempre dalla parte delle Forze dell’ordine: le violenze non sono mai giustificabili e vanno condannate in ogni occasione. Ma, allo stesso modo, è vergognoso che il governo Draghi voglia impedire lo svolgimento di legittime manifestazioni democratiche e poi usare la forza per scioglierle».

«In piazza c’erano madri e padri di famiglia»

«Abbiamo assistito a scenari venezuelani. Che ricordano, appunto – sottolinea Cirielli – più il regime comunista di Maduro che quelli di una Nazione democratica e occidentale qual è l’Italia». Il deputato di FdI e Questore della Camera ricorda infatti che «nelle piazze di Roma e di altre città c’erano madri e padri di famiglia, che hanno visto andare in fumo i sacrifici di una vita intera». «Sicuramente – aggiunge – c’era anche una frangia di violenti, i quali devono essere isolati e puniti e sono certo che le Forze dell’Ordine sono in grado di farlo. Ma se si vietano le manifestazioni è chiaro che non si evitano incidenti, ma si provocano».

Cirielli: «Il governo dovrebbe scusarsi»

Dunque, per Cirielli, «un governo che costringe persone oneste ma disperate a protestare in un certo modo dovrebbe scusarsi e cambiare subito strategia». «Draghi – esorta quindi l’esponente di FdI – le ascolti e faccia prevalere il buon senso consentendo a commercianti e imprenditori di poter riaprire. Ovviamente, nel rispetto rigoroso dei protocolli di sicurezza. Gli italiani sono stanchi di essere presi in giro con sussidi fiscali inutili e risibili, che oltretutto – conclude Cirielli – aumentano il debito pubblico, ma vogliono tornare a lavorare».

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