Mahmood nella bufera, difende il Ddl Zan ma scatena le ire Lgbt: essere gay non è una scelta

3 Apr 2021 18:01 - di Giulia Melodia
Mahmood Ddl Zan e Lgbt

Mahmood difende il Ddl Zan ma scatena le ire del mondo Lgbt: non deve dire che essere gay è una scelta e che, a volte, ci si nasce. È un decalogo complesso, quello dell’universo arcobaleno. E guai a uscire dal seminato di regole e precetti che ne disciplinano appartenenza e manifesto. Peggio mi sento se poi, in giorni come questi, in cui giovani artisti e proseliti del rito omotransgender, si sono scatenati a protestare contro la diffidenza, a partire dalla tempistica, di parte del parlamento nei confronti del disegno di legge sull’omofobia. Che, invece, Pd, Movimento 5 stelle, Italia viva, gruppo Misto e quello delle Autonomie, chiedono che venga calendarizzato a breve. Un tema divisivo che ora, dunque, rischia di spaccare lo stesso universo Lgbt che ne rivendica l’urgenza, in spregio di problemi impellenti su cui il Paese attende da troppo risposte e risoluzioni.

Mahmood difende il Ddl Zan ma scatena le ire Lgbt

E così, dopo gli interventi di Elodie e Fedez, anche Mahmood ha fatto la sua parte. Tuonando a sua volta contro un ulteriore rinvio della discussione parlamentare, prodromica all’approvazione della legge contro l’omotransfobia. E in un’intervista a Repubblica, in linea con chi lo ha preceduto, inveendo a sostegno della necessità urgente di una norma che disciplini e sanzioni la situazione, richiama al centro del dibattito le recenti aggressioni denunciate da coppie omosessuali e rileva: «Che ancora una norma così manchi nell’ordinamento italiano è semplicemente allucinante. Da vergognarsi». E fin qui, tutto come da protocollo.

I social lo bersagliano: essere gay non è una scelta

Nella stessa intervista, però, Mahmood si abbandona anche ad altri rilievi. Compiendo il passo falso che la comunità Lgbt – se non unanimemente, comunque in buona parte, almeno stando ai social – non gli perdona. Quando, commentando l’affermazione secondo cui la legge Zan negherebbe la possibilità di criticare l’omosessualità, il cantautore dichiara: «È giusto che accada. Chi è contro l’omosessualità, cioè dice di esserlo o addirittura passa all’azione, va punito. Essere omosessuali è una scelta indipendente e libera, a volte ci si nasce proprio». Apriti cielo: dalla volta arcobaleno piovono strali. Le cui bordate deflagrano anche sui social.

Mahmood e i tweet

Dove gli utenti bersagliano il malcapitato artista di tweet e post al vetriolo. «Dite a Mahmood che non si sceglie di essere omosessuali o eterosessuali», esordisce qualcuno. Che poi prosegue: «Nessuno si sveglia al mattino per decidere se essere attratto da uomini, o donne, o da entrambe». L’orientamento non si sceglie, sottolineano a gran voce gli internauti furibondi scesi online sul piede di guerra. «Mahmood ha le idee molto confuse sull’omosessualità. Troppo confuse. Forse fare una chiacchierata con la sua amica Elodie gli farebbe bene», twitta qualcun altro. E giù con sberleffi e reprimende che inchiodano il cantautore, facendo addirittura retrocedere il senatore leghista Pillon, bersagliato dalle critiche per aver definito la discussione sul ddl Zan «non prioritaria», al secondo gradino del podio delle invettive.

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