Lo sfogo di Rita Dalla Chiesa: «Amo la Patria: se non fai parte del gregge ti danno della fascista»

26 Apr 2021 10:58 - di Giorgia Castelli
Rita Dalla Chiesa

«Sono libera, non ho paura di dire quello che penso». Rita Dalla Chiesa in un’intervista con La Verità parla di pandemia, vaccini e governo. «Fuori dai denti: nel governo di Draghi credo molto, perché è un economista ed è lucido nelle decisioni. E poi, sono sincera, ho amato il fatto che sia stato mandato via Domenico Arcuri e che sia arrivato il generale Figliuolo». Non risparmia critiche ad Alessandro Gassman. E rievoca i tempi in cui c’era suo padre.

Rita Dalla Chiesa: «Vivo da sola a Roma»

La sua quotidianità? «Non frequento gli amici. Vivo da sola, a Roma. Persino mia figlia, che vive a una porta dalla mia, la incontro solo all’aperto, per la passeggiata con i cani». Racconta che a breve si farà il vaccino Moderna e smonta le accuse di qualche leone da tastiera. «C’è un clima da caccia alle streghe. Peccato che io non abbia mai saltato una fila in vita mia e accusarmi di favoritismi è ridicolo… Ho l’appuntamento e come previsto dalla Regione Lazio ho scelto la struttura tra quelle disponibili vicino a me: all’auditorium Parco della Musica somministrano Moderna, ho prenotato prima di Pasqua e finalmente ci siamo».

Le critiche ad Alessandro Gassman

Nell’intervista a La Verità ha attaccato Alessandro Gassman che ha raccontato sul web la festa dei suoi vicini di casa. «Con Gassman non posso dire di avere un legame di amicizia, ma mi piace molto, mi è simpatico. Però, visto da fuori, quel fatto mi è sembrato come la delazione ai tempi dei nazisti per gli ebrei. La delazione è una delle cose che più detesto al mondo. Aveva ragione: le feste non si devono fare, ma io non lo avrei reso pubblica la cosa». Parla anche delle proteste di piazza. «Ho trovato tante incongruenze nelle chiusure imposte. Vedere chi ha perso tutto anche per colpa delle persone incapaci di seguire le regole mi colpisce nel profondo. Quella disperazione è sulle spalle di tutti coloro che sono senza rispetto».

Rita Dalla Chiesa e le valutazioni sulla giustizia

Rita Dalla Chiesa afferma che proprio in questi giorni sta riflettendo «sul senso della giustizia, quella con la g maiuscola. Penso a mio padre, che ha vissuto quando ancora non esisteva la giustizia fuori dai tribunali. Quando ancora non era intrisa di politica… Da quando se n’è andato e con gli anni Novanta, tutto è cambiato. Un certo tipo di politica ha impedito alla giustizia di volare alto, l’ha inabissata nel fango. Per carità, non tutti i magistrati sono così: ci sono quelli, e tanti sono giovani, che hanno ancora voglia di giustizia sana».

Su Tangentopoli

Fu Tangentopoli l’inizio di tutto questo? «Ricordo che mi chiedevo già allora se le cose stessero davvero così come ce le raccontavano. Alcune sentenze di oggi sono sentenze politiche e questo mi fa male come cittadina…». Il giornalista le chiede “si possono riportare indietro le lancette?”. «Sono convinta purtroppo che persino una eventuale commissione d’inchiesta sui magistrati dopo il caso Palamara dovrebbe soccombere alla politica. Guardi quel che è successo a Salvini: la prima cosa che ho pensato è “non è possibile”, invece è accaduto».

Rita Dalla Chiesa: «Sentenza politica contro Salvini»

Dalla Chiesa osserva che il rinvio a giudizio è stato «deciso a una settimana da un non luogo a procedere chiesto dal pm di un altro tribunale. Mi sfugge: perché Conte e Di Maio non erano in aula con lui, se erano al governo insieme? Nell’aula bunker di Palermo ho visto dietro le sbarre i peggiori mafiosi, al maxi processo, e ora mi chiedo cosa ci faccia lì Salvini: è una sentenza politica, come sempre». E spiega anche perché. «Ogni volta che qualcuno ha il sentore che la gente possa essere stufa di un certo tipo di politica, che possa non crederci più, ecco che arrivano gli attacchi agli avversari. Come hanno fatto con Berlusconi prima, fanno con Salvini ora».

«Non sopporto le quote rosa»

Sulle quote rose ha la sua idea: «A proposito di donne, ad esempio, sono convinta sia sbagliato pensare debbano essere una specie protetta quando si parla di pari opportunità. Perché credo nella meritocrazia. Non sopporto le quote rosa». Non le ha mai fatto paura prendere posizione. «Le mie idee sono mie, me le tengo, non ho timore degli attacchi. Chiamo l’avvocato solo quando mi offendono, sui social».

«La sinistra ha perso l’identità»

E sul voto spiega: «Oggi scelgo le persone, non le appartenenze. La politica degli ideali che ho vissuto io da ragazzina era quella di Berlinguer e Almirante: la sinistra era in piazza con le bandiere rosse, con persone che parlavano perché avevano storia e cultura. Oggi ha perso l’identità».

«Se non vuoi far parte del gregge ti danno della fascista»

Mentre la destra è sovranista? «Il racconto che a sinistra fanno della destra è sbagliato. Quando la gente non sa il significato delle parole libertà e democrazia, e tu ti permetti non solo di saperlo, ma anche di non volere in nessun modo far parte del gregge, ti danno della fascista. Quella parola la conoscono bene, forse perché appartiene al loro inconscio. Non sono mai appartenuta a un partito, perché amo la Patria, il tricolore, le forze armate».

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