“Strega”, “via a fare la calza”, “meriti di morire”: raccolti tutti gli insulti dei leoni da tastiera

19 Feb 2021 8:36 - di Paolo Sturaro
leoni da tastiera

I leoni da tastiera, uno dei nuovi “tumori” della società. Volgarità, minacce, squallore assoluto. Si sentono forti, nascosti dietro un computer. Sfogano le loro frustrazioni. “Cessa”, “maestrina”, “vai a fare la calza ragazzina maleducata”. Poi, “meriti di morire”, “un mostro di bruttezza e cattiveria”. E ancora, “strega”, “ritorna casalinga”, “la vedo bene come cassiera”.  Per tacere degli insulti sessuali violentissimi fino alle minacce di stupro. È il linguaggio dell’odio, un catalogo di epiteti contro le donne adesso scientificamente censiti. Epiteti che sono stati raccolti nel libro-inchiesta “#Staizitta giornalista! dall’hate speech allo zoombombing quando le parole imbavagliano”.

Due giornaliste contro i leoni da tastiera

Autrici due giornaliste di grande esperienza nel campo dell’informazione. Sono Silvia Garambois, ora presidente dell’associazione Giulia, e Paola Rizzi, anche lei nel direttivo. Il volume è in uscita su carta per il progetto Digital First di Edizioni All Around e nella collana Studi della Fondazione Murialdi. È disponibile nella versione ebook e si può acquistare anche tramite il sito delle edizioniallaround.it

Insulti sui profili social e nelle mail

«Gli insulti se li sentono ripetere tutti i giorni, le giornaliste, sui propri profili social o nelle mail, mentre sono impegnate su fronti caldi, come l’immigrazione, la politica, il crimine organizzato», spiegano le autrici. «A volte invece si tratta di professioniste particolarmente esposte, attaccate non per quello che dicono ma per quello che sono. Ossia donne, passibili per questo di denigrazione, misogina e minacce di stupro».

Le testimonianze di chi subisce volgarità

Nel volume sono raccolte le testimonianze di alcune di loro. Troppa la presenza dei leoni da tastiera. Cosa significa lavorare, raccogliere notizie, smontare fake news. E analizzare i fatti, sapendo che questo avrà come probabile conseguenza una grandine di insulti e minacce. «È l’odio contro le donne e il loro giornalismo», sostiene Vittorio Roidi, presidente della Fondazione per il giornalismo Paolo Murialdi. Ha curato l’introduzione dell’inchiesta. JL’attacco sessista, le minacce, gli insulti beceri, un quadro preoccupante che mai avevamo visto».

“Guerra” ai leoni da tastiera

«Difendere le giornaliste insultate e minacciate», prosegue Roidi, «significa combattere il malaffare economico, politico e social, che si nasconde dietro questa odiosa persecuzione. Ed è una battaglia che devono combattere i soprattutto i maschi, perché fra di loro si trovano gli odiatori».

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