Roma, licei nel caos: al Mamiani “occupanti” sotto accusa. E i genitori (di sinistra) li appoggiano

24 Feb 2021 12:55 - di Fortunata Cerri
liceo Mamiani

La sinistra tenta di giocarsi le carte delle okkupazioni. Licei classici nel mirino: prima il Kant, a ridosso l’Albertelli, poi il Mamiani. Polemiche e reazioni, con gli studenti divisi tra favorevoli e contrari, i presidi che scendono in campo per porre un argine, i genitori (di sinistra) che appoggiano i figli (di sinistra). Gli studenti che hanno occupato il liceo Mamiani a Roma saranno “auditi” dai professori e dalla preside. Tiziana Sallusti, la dirigente dello storico liceo aveva denunciato l’occupazione del suo istituto. E subito dopo aveva spiegato: «Non siamo contro i ragazzi, noi li abbiamo sempre aiutati e sostenuti. Ma una cosa è manifestare le proprie idee, un’altra usare la violenza e mettere a rischio la salute di tutti». Ora è arrivata la richiesta della scuola di ascoltare uno per uno gli studenti. Una richiesta che ha fatto scatenare i genitori “rossi”.

Liceo Mamiani, convocati trenta studenti

La decisione, come si legge su Repubblica, è stata presa dall’istituto di viale delle Milizie dopo l’occupazione studentesca del 10 febbraio. L’ “audizione” sarà online da domani e si protrarrà fino ai primi giorni di marzo. Gli studenti che hanno occupato l’istituto si sono già autodenunciati. Ora però, si legge su Repubblica, circa trenta studenti sono stati convocati individualmente con una lettera arrivata via mail ai genitori. «Oggetto: contestazione degli addebiti in relazione ai fatti avvenuti nei giorni 10- 13/ 2/ 2021 e comunicazione di avvio del procedimento disciplinare» . Violati l’art. 3 del Dpr 24 giugno 1998, n. 249, il Patto di corresponsabilità e il Regolamento di Istituto. «Lo studente è invitato a giustificare la propria condotta: potrà esporre le proprie ragioni nel corso del Consiglio di Classe Straordinario, in modalità online», si legge nell’atto.

La protesta dei genitori

Molti genitori, riporta Repubblica, mostrano il loro disappunto. «Stupefatto», dice un padre. «Mio figlio ha 15 anni e ha già esposto le sue ragioni, non c’era bisogno di un’inquisizione». «Toni intimidatori inconcepibili», sostiene un altro. «Una sanzione disciplinare è prevista per una rissa, un atto di bullismo. Qui si tratta di una protesta collettiva, di un’azione politica che andava gestita diversamente». Un tribunale «per piccoli delinquenti, ma come è possibile?». Ci sono stati danni all’istituto, «ma non giustificano questi toni», continuano i commenti. E altri ancora minacciano azioni legali.

Gasparri in difesa della preside del Giulio Cesare

E intanto continua a far discutere la vicenda della preside del liceo Giulio Cesare, Paola Sensi. La preside è finita nel tritacarne per non essersi omologata al politicamente corretto non autorizzando lezioni su aborto e temi legati alla teoria gender. In sua difesa è sceso ancora una volta il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Continua l’attacco mediatico contro la preside del liceo Giulio Cesare, Paola Senesi “colpevole” soltanto di aver fatto prevalere correttezza e buon senso. Non riteniamo accettabile il linciaggio di questa valente docente e riteniamo che si debba passare alle azioni penali nei confronti di quanti la minacciano e la aggrediscono attraverso i social e non solo».

«Inaccettabile linciaggio»

E poi ancora. «Rincresce che anche sui giornali ci siano persone che si uniscono a questo coro. Paola Senesi ha ragione». E poi aggiunge Gasparri: «Paola Senesi va lasciata in pace. Porterò in Parlamento la vicenda perché è intollerabile questa aggressione ed è gravissimo che alcuni direttori di giornali lascino briglia sciolta ai propri redattori per partecipare a un’opera di mistificazione e di negazione della verità e delle norme che regolano la vita della scuola».

 

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