Zingaretti infuriato con Concita De Gregorio: basta, i radical chic hanno lasciato solo macerie

30 Gen 2021 15:59 - di Adele Sirocchi
Zingaretti Concita De Gregorio

Nicola Zingaretti ha già tanti guai di suo che non si aspettava, stamattina, di leggere una paginata di Repubblica tutta contro di lui. Il segretario troppo esitante, quello con “una vita da mediano“. Insomma non un vero leader. Uno che “guarda chi ci è toccato, a noi che abbiamo avuto un Berlinguer”. Lo firma Concita De Gregorio, che col Pd ha il dente avvelenato perché si è trovata a dover pagare i debiti dell’Unità di cui è stata direttrice.  

L’attacco di Concita De Gregorio, Zingaretti non l’ha presa bene

Zingaretti non l’ha presa bene e su Fb ha scritto: “Ho letto su Repubblica una pagina di Concita De Gregorio, purtroppo ho visto solo l’eterno ritorno di una sinistra elitaria e radical chic che vuole sempre dare lezioni a tutti ma a noi ha lasciato macerie sulle quali stiamo ricostruendo”. Respinge quindi la critica di avere solo letto una breve dichiarazione all’uscita dal colloquio con Mattarella mentre Renzi ha fatto un comizio: “Chi fa un comizio in diretta dopo le consultazione al Quirinale è un esempio, chi rispetta quel luogo una nullità. La prossima volta mi porto una chitarra. Che degrado. Ma ce la faremo anche questa volta”. Questa accusa alla sinistra radical chic, che fa molto “populista”, in bocca a Zingaretti non ce l’aspettavamo. Si vede che gli sono saltati i nervi.

Analisi impietosa: così vince la Meloni

Concita era stata impietosa: “Fra i quattro minuti del discorsetto di Zingaretti e i ventisette del soliloquio di Renzi, nel salone delle Feste al Quirinale, a fine consultazioni, ci sono gli abissi di un futuro incognito. Probabile, se si vota, che sia la destra estrema, urlante ma così empatica, di Giorgia Meloni. L’empatia. Parlare alla pancia”.

Zingaretti non sa parlare alla gente

E ancora aveva scritto che Zingaretti, dopo il discorso di Renzi, col suo foglietto, con le sue scarne dichiarazioni, in cui promette la riforma della legge elettorale, è stato fallimentare. “La gente, da casa, ha perso il lavoro. Gli adolescenti prendono antidepressivi e i loro nonni vorrebbero vaccinarsi. Retorica? Demagogia? Insomma. Zingaretti galleggia come un sughero, la natura non gli ha dato lo spunto della punta, il pallone deve darlo a chi finalizza il gioco”.

A Zingaretti interessa il potere, non la sinistra

E ancora: “Nessuno fra chi guarda la tv capisce bene come sia stato possibile che il leader del Pd sia diventato Chance il giardiniere, Giuseppe Conte, che era stato in origine indicato da quelli in odio al “partito di Bibbiano”. Entrano inoltre a suo sostegno la factotum di Berlusconi, Maria Rosaria Rossi, e la leader del sindacato della destra a braccio teso, l’Ugl, Renata Polverini. Comprensibile confusione dell’elettorato medio, già in gran parte astenuto dal voto e in futuro chissà”. Manca la conclusione: al Pd non interessa la sinistra, né quella vera né quella radical chic. Interessa il potere. Concita non l’ha scritto, però lo sa anche lei.

 

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