Strage di Bologna, da Report tesi di comodo e censure indegne. FdI alza la voce in Vigilanza

5 Gen 2021 21:00 - di Redazione

Il servizio di Report sulla strage di Bologna è fazioso e non idoneo a una rete del servizio pubblico. Lo scrive Federico Mollicone, fondatore e coordinatore dell’Intergruppo parlamentare “La verità oltre il segreto” e membro della commissione di Vigilanza Rai, in un articolo che uscirà domani sul Riformista. “Ci chiediamo, e lo faremo con un dettagliato question time in Vigilanza Rai, se una trasmissione del servizio pubblico radiotelevisivo, pagata dai contribuenti, di cui inoltre il conduttore è Vicedirettore di rete senza altre deleghe, possa fare politica, intervenendo in maniera brutale senza alcuna vera novità, censurando i rilievi sulla ottantaseiesima vittima e dando una replica ridicola agli avvocati di Berlusconi sulla vicenda dei rapporti mafiosi”.

Mollicone: Ranucci presenta i fatti come dogmi

“Report si vanta di fare giornalismo investigativo”, scrive Mollicone, e, invece, “Sigfrido Ranucci e la sua squadra selezionano alcuni fatti, spesso non definiti e, se giudiziari, presentati come dogmi” anche “se in fase istruttoria o nei primi gradi di giudizio”. Secondo Mollicone, “quella dei mandanti è la solita storia trita e ritrita dei servizi segreti deviati e della P2 che cerca di ribaltare in maniera speculare e contraria la pista, molto circostanziata e documentata in atti, del ruolo della rete Separat di Carlos ‘lo Sciacallo’ e della ritorsione dei palestinesi per i fatti di Ortona con il filo rosso del Lodo Moro e della santuarizzazione del nostro territorio”, mentre “i documenti citati da Paolo Bolognesi, già deputato del Pd, sono stati già smentiti nel dibattimento sul crack del Banco Ambrosiano e rigettati inizialmente da una parte della Procura di Bologna che giustamente persegue la verità giudiziaria e non le tesi precostituite”.

Report ancora tira fuori i fondi di Licio Gelli: ipotesi infondate

“Ancora una volta, assistiamo alla propagazione di ipotesi investigative sui fondi di Licio Gelli che sarebbero stati utilizzati per finanziare gli autori della strage di Bologna che, date per assodate, si sono, in realtà e al contrario, dimostrate infondate all’attento vaglio in sede processuale”, sottolinea l’esponente di Fdi, che contesta a Report di aver “taciuto poi sull’unica vera novità emersa dai rilievi peritali, relativi all’ottantaseiesima vittima che abbatte come uno tsunami tutto il castello inquisitorio”.

Le inchieste del Secolo e il caso Fresu

“La Presidenza della Camera e del Senato prendano atto che, di fronte alle evidenze emerse negli ultimi tempi, fra cui la presenza di passaporti cileni a Bologna, come denunciato in più pezzi da Silvio Leoni su il Secolo d’Italia, le vicende del caso Fresu e le numerose rivelazioni delle commissioni d’inchiesta parlamentari, è necessario fare luce sugli avvenimenti della strage di Bologna e del Lodo Moro”, afferma Mollicone che chiede sia calendarizzata la proposta di legge dell’intergruppo ‘La verità oltre il segreto’ per la “costituzione di una Commissione d’inchiesta sui fatti avvenuti in Italia durante gli anni della Prima Repubblica – fra gli altri, Bologna, Ustica e il sequestro Moro – e sulle connessioni internazionali ad essi collegati”.

Ranucci vuole davvero la verità?

Sfidiamo Ranucci a invitare in studio l’Avvocato Valerio Cutonilli e gli altri giornalisti investigativi e consulenti che negli anni hanno lavorato su questo e i periti di parte che più di tutti hanno studiato la vicenda. Anche noi siamo pronti al confronto. Siamo cercatori di verità: la Verità, non una verità per le vittime della strage e per i loro familiari”, conclude l’esponente della Vigilanza Rai.

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