Rotondi “tradisce” Silvio: la Meloni ha fatto un capolavoro, è la leader più capace in Italia

21 Gen 2021 12:46 - di Paolo Lami

Gianfranco Rotondi è quel che si dice una vecchia volpe della politica italiana, una volpe felpata come solo un democristiano a denominazione di origine controllata e garantita può essere.

Presidente della fondazione Dc, vicepresidente del gruppo di Fi alla Camera, più berlusconiano di Berlusconi del quale è consigliere affezionatissimo ma anche stimatissimo, Rotondi “tradisce” per una volta il suo Silvio. E, in un’intervista a “Il Dubbio”, fa una vera e propria dichiarazione d’amore (politico) a Giorgia Meloni.

Il riconoscimento della capacità e della visione politica di un percorso intrapreso molto anni fa mettendo la prua verso un orizzonte ignoto e approdato, ora, in un porto sicuro.

Rotondi fa una premessa doverosa prima di rendere  cavallerescamente omaggio alla Meloni.

“Sono l’ultimo socio fondatore dell’alleanza berlusconiana rimasto ancora vicino a Silvio, che è stato abbandonato da tutti gli alleati e da tutti i coordinatori di Forza Italia – ricorda Rotondi sciorinando il suo cursus honorum. – Se qualche volta alzo la voce è perché ho, dalla mia, 26 anni di lealtà e coerenza nella convinzione che Berlusconi sia stato il più degno e provvidenziale erede del ruolo politico della Dc nel nostro paese”

“Parlare di Dc e Berlusconi – prosegue affascinato Rotondi – significa citare un metodo di governo, una capacità di rapporto con il paese che a destra non vedo più”.

Poi, però, il presidente della fondazione Dc riconosce:

“Posso capire la Meloni perché ha realizzato un capolavoro riportando la destra italiana alle percentuali di An, riconsacrando una storia decaduta e la considero il più capace dirigente politico che abbia oggi l’Italia. Salvini, erede di un partito di centro e antifascista, è ora apparentato con la Le Pen. Non posso dire di riconoscermi nel salvinismo”.

E alla domanda su cosa farà in futuro, Rotondi risponde così: “deciderò con Berlusconi, perché mi fido solo di lui. Io a Conte il casting democristiano lo farei ma non posso vedermi e parlarne con Silvio, anche se la pulce nell’orecchio gliel’ho messa. In che modo? Gli ho detto che se Conte continua così, con l’apertura a un contenitore cattolico, liberale e socialista, in fondo sta definendo Fi”.

“Per il futuro mi batterò per una legge elettorale proporzionale e un grande centro. A quel punto avremmo una sinistra, una destra e un centro che deve avere la sua autonomia. La Dc è viva, non è morta. In Italia ci siamo inventati la botanica al posto della politica con la Margherita, l’Ulivo… in Germania sono rimasti a Cristiano-democratici e socialisti e direi che le cose lì non vanno male”.

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