Rampelli: “Ecco la prova che i giornalisti del Colle nascondono. Le parole del centrodestra nel 2018” (video)

20 Gen 2021 16:10 - di Redazione

“Ecco la prova che alcuni giornalisti quirinalizi nascondono goffamente. Questa è la dichiarazione ufficiale del centrodestra del 12 aprile 2018 dopo il colloquio con il oresidente della Repubblica“. Così Fabio Rampelli che, nel suo profilo Faceboo, posta il video delle comunicazioni ufficiali del centrodestra. Rilasciate al Quirinale subito dopo il colloquio con il presidente Mattarella. Alle prese con la composizione del nuovo governo dopo le elezioni del 2018. E aggiunge ‘trova le differenze’. Con l’attualità di queste ore.

Rampelli: ecco la prova che i giornalisti del Colle nascondono

Nelle comunicazioni Matteo Salvini riferiva che il centrodestra compatto era pronto a designare un nome terzo. Di alto profilo. “Pronto a verificare – ricorda il vicepresidente della Camera – in Parlamento la disponibilità di gruppi e parlamentari ‘responsabili’ a sostenerlo. Il Colle rispose ‘picche’, senza dare a chi vinse le elezioni l’incarico a fare un governo. Voleva maggioranze stabili“.

“Ciò che non si poteva fare nel 2018 non si può fare oggi”

“Adesso – conclude Rampelli – ciò che non era possibile ieri non può esserlo oggi“. Il video dimostra l’infondatezza di alcune ricostruzioni giornalistiche di questi giorni hanno negato quella circostanza. E rievocato – sottolinea il deputato di FdI – commenti di un singolo leader, oltretutto antecedenti al 12 aprile, giorno in cui si rappresenta la posizione ufficiale del centrodestra al termine della consultazione con il Capo dello Stato.

Fabio Rampelli nel suo intervento dopo le dichiarazioni del premier  punta i riflettori sulla genesi del primo governo Conte. E sulle scelte del presidente della Repubblica. Che all’epoca non consentì neppure il mandato esplorativo a una personalità di centrodestra.

“All’epoca Mattarella impedì al centrodestra di cercare responsabili in Aula”

Nel suo intervento alla Camera dopo le dichiarazioni di Conte Rampelli era partito proprio da lì. Dal 2018. “All’epoca il presidente Mattarella – spiegava – non ritenne che fosse possibile perseguire la strada di dare un incarico a qualcuno di centrodestra. Non necessariamente al leader con i maggiori consensi elettorali. Ma neppure a una personalità terza. Non verificò l’esistenza di un gruppo di ‘responsabili’ che potesse consentire a chi aveva vinto le elezioni governare per 5 anni“.

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