Gen 02 2021

Girolamo Fragalà @ 10:01

I presidi al governo: «La scuola non è una catena di montaggio, per la riapertura ci sono problemi»

«Noi pensiamo che in una settimana passare dal 50 al 75 per cento sia difficile. Si fa fatica a comprendere che tutte queste decisioni richiedono scelte organizzative complesse all’interno degli istituti. La scuola non è come un ufficio o una catena di montaggio. C’è da tener presente la rete di relazioni che coinvolge. Bisogna tener conto di tutte le giuste esigenze di docenti e personale. Quindi auspichiamo di continuare al 50 per cento fino alla fine di gennaio». Lo afferma il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli in un’intervista a La Stampa.

Scuola, il problema irrisolto dei trasporti

«Il problema principale restano i trasporti», sottolinea. «Molti tavoli provinciali hanno scelto come soluzione lo scaglionamento degli ingressi. È una soluzione su cui non siamo d’accordo se lo scaglionamento significa ritardare di tanto gli alunni che entrano al secondo turno. E che quindi prolunga la loro permanenza a scuola con inevitabili ricadute negative. Eppure di tempo ce n’è stato. La scuola l’ha utilizzato per adattarsi alla necessità di prevenire i contagi. Invece i trasporti continuano ad avere una rigidità».

I presidi e il sistema di areazione

«Frequentando al 50 per cento si evitano problemi di affollamento nelle classi. Restano alcuni nodi come la difficoltà di garantire il ricambio di aria. Non si è mai pensato a un sistema di aerazione degno di questo nome», aggiunge Giannelli.

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«I banchi servivano. È stato rinnovato l’arredo scolastico dove era necessario, non mi sento di criticare questa scelta. Piuttosto, avendo preso atto che per tanto tempo la scuola non è stata destinataria di risorse, non vedo nulla di male nell’investire anche in altro. Bisogna pensare a un rimodernamento complessivo degli edifici. Ci vuole un piano Marshall per la scuola».

Bonaccini e la quota di ingressi

«Noi eravamo già pronti in questa regione a partire dal 7 gennaio anche col 75% di capienza per le scuole superiori». Lo afferma il presidente della Conferenza Regioni, Stefano Bonaccini. «Però mi sono fatto carico di proporre il 50% di partenza in presenza perché la maggioranza delle Regioni chiedeva questo. Ed è giusto trovare un equilibrio e una moderazione».

Bernini: «L’obiettivo è già saltato»

«L’unica certezza è che le scuole riapriranno», dice l’azzurra Anna Maria Bernini. «Ma sulla data del 7 gennaio ci sono già la contrarietà di Ricciardi, primo consulente del ministro della Salute, la frenata del viceministro Sileri e le motivate perplessità dei presidi. Conte parla di una didattica al 50 per cento in presenza, ammettendo così che l’obiettivo fissato dall’ultimo decreto è già saltato».

Scuola, la cautela di Andreoni

«I numeri dell’epidemia sono alti, dobbiamo dare il tempo al vaccino di funzionare». Lo afferma all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, dell’università di Roma Tor Vergata. «Non possiamo permetterci a gennaio di avere una impennata dei casi. Per questo», chiosa, «forse dovremmo ripensare alla riapertura della scuola con tempistiche più rallentate».

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