Migranti, l’ultima dei giudici: “Fuggono dal Covid, vanno accolti”. Lollobrigida: “Schiaffo agli italiani”

28 Dic 2020 15:59 - di Luciana Delli Colli
covid migranti

L’ennesimo “stratagemma” per dare copertura legale ai clandestini e uno “schiaffo” a tutti gli italiani colpiti dalle restrizioni per il coronavirus. FdI commenta così la sentenza del Tribunale civile di Milano che ha inserito il rischio di contagio Covid nei Paesi d’origine fra le ragioni per concedere la protezione umanitaria ai migranti che non hanno diritto all’asilo politico. “Per gli italiani spostamenti tra regioni vietati, per i clandestini confini spalancati”, ha sottolineato il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. 

Lollobrigida: “Uno schiaffo agli italiani”

“Il rischio Covid nei Paesi d’origine può essere motivo per concedere in Italia la protezione umanitaria a immigrati che non abbiano diritto all’asilo politico. Con una sentenza del Tribunale civile di Milano, come riportato da alcuni quotidiani, arriva l’ennesimo stratagemma, dopo quello sull’orientamento sessuale inserito nel Decreto sicurezza, per concedere uno status legale a chi entra clandestinamente nella nostra Nazione”, ha spiegato Lollobrigida. La sentenza, ha quindi aggiunto, si connota come “uno schiaffo a tutti i connazionali che hanno trascorso il Natale in casa. E a quelli che, per giorni, sono rimasti bloccati in Inghilterra a causa della chiusura delle frontiere”.

La decisione del Tribunale di Milano

Quest’ultimo esempio, in particolare, fa apparire la decisione del Tribunale di Milano particolarmente assurda. Le ordinanze, infatti, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbero state depositate la settimana scorsa, proprio mentre per i cittadini italiani all’estero si stabilivano blocchi e divieti di rientro. Di fatto, poi, la decisione allarga a dismisura le maglie, già larghe, del nostro sistema d’accoglienza. I giudici raccomandano una valutazione caso per caso. Ma, a giudicare dai casi del pronunciamento, per altro tutti inerenti ricorsi precedenti al decreto Salvini, quindi precedenti il 2018, non ci sono molti dubbi su come andrà a finire.

Migranti “graziati” dal rischio Covid

Ci sono, per esempio, il cittadino del Bangladesh analfabeta, che non vuole tornare in patria per i debiti contratti; il giovane africano che dice di avere paura dello zio stregone; il minore non accompagnato che nel frattempo ha trovato un lavoro come tirocinante. Si tratta di casi che non rientrerebbero in alcun modo nel diritto alla protezione umanitaria, ma che adesso hanno una nuova, concreta chance di rimanere a causa del rischio pandemia nel loro Paese.

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