Osteria dei Pazzi – Roma
11 Ott 2020 0:01 - di Redazione
Osteria dei Pazzi
Via Enrico Cravero, 22/24 – 00154 Roma
Tel. 06/97613866
Sito Internet:
OFFERTA
Aperta da circa dieci anni, l’Osteria dei Pazzi ha modificato la sua proposta culinaria nel corso del tempo. Da trattoria con piatti tipici romani, alcuni dei quali continuano a essere presenti, a locale con un menù più creativo con preparazioni che, se funzionano su carta, convincono meno all’assaggio. Un esempio su tutti è la linguina con scapece di vongole, mollica di pane e plancton marino, dove la pasta quasi scotta era condita con un sughetto in bianco di vongole dal sapore anonimo e prive della nota di aceto (annunciata dal titolare durante la spiegazione del piatto, visto che si trattava di scapece), mentre la mollica di pane non creava affatto il contrasto croccante che ci si aspettava. Molto buono, invece, l’uovo croccante su fonduta Valdostana e perlage di tartufo nero, dal gusto pieno e convincente. Discreto il baccalà selvaggio su purea di fave (quasi inesistente), cicoria e frolla di reggiano sbriciolata che donava ulteriore sapidità a quella naturale del pesce. In chiusura, una crema di amarene con croccante di mandorle dove prevaleva la dolcezza del frutto a scapito della mandorla, seguita da un caffè leggermente sovraestratto e debole di aroma.
Aperta da circa dieci anni, l’Osteria dei Pazzi ha modificato la sua proposta culinaria nel corso del tempo. Da trattoria con piatti tipici romani, alcuni dei quali continuano a essere presenti, a locale con un menù più creativo con preparazioni che, se funzionano su carta, convincono meno all’assaggio. Un esempio su tutti è la linguina con scapece di vongole, mollica di pane e plancton marino, dove la pasta quasi scotta era condita con un sughetto in bianco di vongole dal sapore anonimo e prive della nota di aceto (annunciata dal titolare durante la spiegazione del piatto, visto che si trattava di scapece), mentre la mollica di pane non creava affatto il contrasto croccante che ci si aspettava. Molto buono, invece, l’uovo croccante su fonduta Valdostana e perlage di tartufo nero, dal gusto pieno e convincente. Discreto il baccalà selvaggio su purea di fave (quasi inesistente), cicoria e frolla di reggiano sbriciolata che donava ulteriore sapidità a quella naturale del pesce. In chiusura, una crema di amarene con croccante di mandorle dove prevaleva la dolcezza del frutto a scapito della mandorla, seguita da un caffè leggermente sovraestratto e debole di aroma.
AMBIENTE
Il locale è suddiviso su due piani, con l’arredo caratterizzato dal legno scuro e dai tavoli apparecchiati con tovaglie chiare. Lo stile è un rustico curato che dona all’insieme un’atmosfera calda e accogliente.
SERVIZIO
Cortese e disponibile, un po’ “affettato” nella figura del cameriere.
Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2020 – www.lapecoranera.net