Ora la Cina se ne frega del Covid: in giro senza mascherine per festeggiare Halloween (fotogallery)

31 Ott 2020 16:58 - di Laura Ferrari
Cina, Halloween

Volete sapere qual è l’unica nazione dove si sta festeggiando Halloween in assoluta spensieratezza e senza mascherine? In Cina. Le foto che riportiamo sono dell’Ansa e rigurdano la città di Shangai.

La gente sta tranquillamente in giro senza mascherine e senza problemi per assembramenti o altro. Sembra incredibile che, proprio da qui, meno di un anno fa, sia iniziato tutto.

Ma non è solo Shangai a festeggiare. Centinaia di persone si sono riversate in un parco di divertimenti di Wuhan per partecipare a un evento di Halloween a pochi mesi dalla deflagrazione dell’epidemia partita proprio dalla città cinese di 11 milioni di abitanti.

La Cina festeggia Halloween dimenticando in fretta il virus

Le foto evidenziano un gran numero di persone assembrate per assistere a una parata al parco divertimenti Happy Valley giovedì sera. Molti indossavano maschere spaventose, ma in molti sembrano non preoccuparsi più di mantenere la distanza sociale e indossare le mascherine. Almeno in Cina, Halloween si può festeggiare.

Il virus, insomma, al momento ha giovato solo alla nazione da dove tutto è cominciato. «La Cina è già e sarà ancora di più uno dei grandi protagonisti della ripresa post Covid-19: lo dimostra la velocità con cui il Paese ha riaperto le sue attività e punta a dare nuovo slancio ai consumi». Lo ha detto Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina, al convegno online in occasione dei cinquant’anni dalla nascita della Camera di Commercio Italo Cinese.

Due aziende italiane citano per danni la Cina

Proprio in queste ore, due aziende italiane (si trovano a Parma e operano nel settore petrolifero) hanno citato in giudizio la Cina per aver omesso e ritardato le informazioni all’Oms sulla diffusione dei contagi di coronavirus. E chiedono il risarcimento dei danni subiti per la chiusura dell’attività imposta dal lockdown nazionale disposto dal governo con la prima ondata pandemica. «Gravissime le perdite subite a causa della chiusura completa», scrivono nell’atto di citazione a giudizio del ministero cinese, invitato a comparire davanti al Tribunale della città emiliana il 9 luglio del 2021. Entrambe le imprese fanno capo alla stessa proprietà.

I danni accertati, per il crollo dei ricavi, sfiorano complessivamente i 18 milioni di euro. Importo al quale, secondo i legali che assistono le due aziende emiliane – Giovanni Franchi e Francesca Surano – va sommato il danno non patrimoniale, da quantificare. Nelle sedici pagine degli atti di citazione, già notificati al ministero della Salute cinese, vengono ripercorse le varie tappe della diffusione del virus.

 

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