Willy, «furia cieca. Era a terra in preda a spasmi”. L’ordinanza del gip racconta l’orrore. L’autopsia lo conferma

9 Set 2020 19:11 - di Martino Della Costa
Willy l'autopsia conferma la brutalità del massacro foto Ansa

Willy, contro di lui una furia cieca. E l’autopsia, che parla anche di lesioni ad altri organi, non solo all’addome, lo conferma. L’amico, testimone del massacro, non riesce nemmeno a trovare le parole per descrivere l’orrore. Poi ricorda: «Era a terra, steso sul marciapiedi, in preda a spasmi simili a convulsioni». L’ordinanza del gip racconta l’orrore. L’autopsia lo conferma: il referto parla di «quadro politraumatico e di una lesività polidistrettuale». Non solo. Scorrendo brani delle testimonianze contenute nell’ordinanza del gip di Velletri che ha disposto l’arresto in carcere per Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli e i domiciliari per Francesco Belleggia, se possibile, l’orrore di quel pestaggio. La ferocia di quell’aggressione. La brutalità delle belve e la sofferenza del povero Willy raccontano l’indicibile. E amici, conoscenti, chiunque abbia assistito anche solo per caso al massacro, fa fatica anche solo a ripercorrerlo e a verbalizzarlo.

Willy, l’autopsia conferma: contro di lui una violenza inaudita

«In 4-5 lo colpivano a calci e pugni. Ho cercato di proteggerlo… E anche io sono stato preso a calci e pugni. Visto quanto fosse acceso il diverbio e l’inizio di qualche spintone tra Federico e i due ragazzi – racconta un amico, testimone dello scempio – mi sono avvicinato a loro. Ho cercato di dissuadere Willy dall’interessarsi alla vicenda, aggiungendo che ritenevo opportuno andarcene a casa. Willy mi ha assecondato: tanto che abbiamo cominciato a incamminarci verso la sua auto, una Fiat Punto di colore grigio, parcheggiata a pochi metri da dove ci trovavamo». Poi, il racconto del ragazzo, presente al momento dell’aggressione costata la vita a Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni nella notte tra sabato e domenica prosegue. E dolore e sgomento non accennano a placarsi.

La testimonianza dell’amico di Willy, aggredito a sua volta dalle belve

La testimonianza, citata ad ampi stralci nell’ordinanza del gip, mette nero su bianco l’orrore di quella notte a Colleferro. «Senza che io e Willy potessimo accorgerci di ciò che stava accadendo – prosegue il testimone ascoltato dal magistrato –. Senza che gli aggressori proferissero una parola, gridassero una minaccia, hanno cominciato a colpirci.  Hanno aggredito me e Willy. Tra loro ho riconosciuto subito i due che stavano poco prima discutendo con Federico, amico di Willy. Poi – aggiunge il ragazzo – ricordo l’immagine di Willy steso per terra. I ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo. Anche urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima».

«Willy era a terra: l’ho visto preso da spasmi simili a convulsioni»

Ma – la drammatica testimonianza lo sottolinea – tutte le mie richieste finivano nel vuoto. Tanto che io stesso ho subito calci e pugni, sferrati sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy. Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione. Ma posso dire che la violenza dei colpi inferti a me e a Willy era inaudita». «Che mentre Willy era steso a terra l’ho visto preso da spasmi simili a convulsioni». Tutto intorno, intanto, era ilo caos. «Una moltitudine di persone intorno a Willy… Qualcuno ha anche provato a soccorrerlo. A rianimarlo»… Poi il buio che circonda la furia delle belve. Fa da contrasto al rosso sangue della loro vittima…

L’autopsia conferma la ferocia delle belve: un quadro politraumatico

Si conferma un quadro politraumatico e una lesività polidistrettuale. È quanto emerge, a quanto apprende l’Adnkronos, dall’autopsia eseguita sul corpo di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso a Colleferro la notte tra sabato e domenica scorsi. A eseguire l’esame autoptico è stato il professor Saverio Potenza, medico legale dell’Università di Roma Tor Vergata, nominato consulente tecnico dal pubblico ministero. Nel corso dell’esame, che è stato molto accurato ed è durato oltre 4 ore, sono state rilevate le singole lesioni. Ma per completare il quadro, «che comunque – sottolineano fonti ben informate all’Adnkronos – appare già chiaro», e avere una ricostruzione precisa della dinamica dei fatti, ora bisognerà attendere gli esami di laboratorio e istologici. Sul corpo ci sono più lesioni traumatiche. Ora va stabilito quali siano state inferte attivamente. E quali subite passivamente, come avviene in una caduta a terra.

 

Commenti

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  • Giuseppe Costantini 10 Settembre 2020

    Questi signori che hanno compiuto un atto così selvaggio che ha determinato la morte del giovane, ci fa capire come, nella società attuale, esista un degrado morale e materiale, per il quale la vita del prossimo non conta nulla.
    Purtroppo questi sono sintomi di una società priva dei valori essenziali della vita.
    Più passa il tempo e sempre più questi valori sono al margine dei comportamenti degli individui.La società attuale inculca negli individui non il concetto di solidarietà ma quello dell’egoismo portato all’eccesso.
    Penso che, più passa il tempo, più questo fenomeno si allarga e più individui dovranno sopportaree angherie realizzate da gruppuscoli di ragazzi privi di scrupoli.
    È una società in disarmo.

  • Giuseppe Costantini 10 Settembre 2020

    Di fronte a questa inaudita violenza. non ci sono parole: questi signori rappresentano la feccia di una società in continua disgregazione sul piano dei valori.
    Se poi ci mettiamo il concetto di comportamento animalesco dei cosiddetti esseri umani, non possiamo sorprenderci se alcuni uomini arrivino a comportarsi peggio degli animali.