Berizzi “rosica” per la vittoria di Acquaroli. E va a caccia di olio di ricino e croci celtiche

23 Set 2020 17:47 - di Romana Fabiani

Esperto di inchieste sul neofascismo, ma non altrettanto di sentimenti popolari. Ossessionato dal ritorno del Ventennio, ben documentato dal suo ultimo libro, a caccia di croci celtiche e reincarnazioni naziste, Paolo Berizzi non poteva restare  immobile di fronte allo ‘scandalo marchigiano’. Un attentato alla Costituzione, secondo lui. La vittoria elettorale del giovane Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia, che strappa la Regione adriatica alla più che ventennale egemonia della sinistra, fa infuriare l’inviato di Repubblica. A Roma si direbbe “ha rosicato”.

Berizzi si scaglia contro il voto delle Marche

La conquista delle Marche da parte del centrodestra, rigorosamente trascurata dalla grande stampa impegnata a costruire una immaginifica vittoria del Pd, è l’oggetto di un ennesimo tweet velenoso. Nel cinguettìo il permaloso Berizzi tira fuori dal cilindro una sua ‘geniale scoperta’. Finita in verità nel dimenticatoio degli schizzi di fango a orologeria dispensati contro la pericolosa destra identitaria e sovranista capitanata da Giorgia Meloni. “E’ ufficiale – scrive indignato – le Marche hanno un nuovo governatore che 11 mesi fa ha partecipato a una cena per commemorare la Marcia su Roma, ovvero l’inizio del fascismo. Quando tirai fuori il caso pensavo gli sarebbe costato la candidatura. Saluti alla Costituzione“. Addirittura?

L’ossessione antifascista e la croce celtica

Il suo scoop gossipparo non sortì l’effetto sperato, solo il coro svociato dell’Anpi. E il dagli all’untore si rivelò un boomerang. Acquaroli spiegò senza scomporsi di non essere l’organizzatore dell’incontro conviviale. E di essere passato a trovare degli amici che festeggiavano la vittoria in Umbria. “Di fascismo non c’era proprio nulla. E’ stata una cena tranquilla, come tante altre. Si è parlato di politica e della destra con il vento in poppa nei sondaggi”. Peccato per Berizzi. Niente busti del Duce, niente olio di ricino. Che poi è il titolo dell’ultimo articolo della sua rubrica “Pietre”. Indignato per l’esultanza sui social “dell’estrema destra marchigiana”, se la prende con il pericoloso ciauscolo, l’insaccato tipico delle Marche, e la bottiglia di olio “usato sotto il fascismo come strumento di tortura“. Ma non è finita , il Berizzi-pensiero si conclude con la sdegnata scoperta di un neoconsigliere di Fratelli d’Italia (oltre 4mila voti) con camicia bianca e croce celtica al collo. Tutti pericolosi neofascisti e novelli Balilla gli elettori del governatore delle Marche? La democrazia a Repubblica non è di casa. Quando il popolo non vota come dovrebbe è un attentato alla Costituzione. Del resto da un giornalista che definì il drammatico nubifragio di Verona una questione di karma cosa ci si può aspettare? Ricordate?  “I loro concittadini nazifascisti e razzisti che da anni fomentano odio contro i più deboli e augurano disgrazie agli stranieri, negri, ebrei, terroni, riflettano sul significato del karma”.

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