Lug 31 2020

Annalisa @ 15:47

Nel Lazio 334 migranti. 9 sono già scappati. Sbotta persino l’assessore Pd: così non si può andare avanti

Troppi sbarchi, troppi migranti da redistribuire, troppe regioni sotto pressione. Era tutto molto prevedibile ma il governo Conte e il ministro degli Interni hanno lasciato che la situazione arrivasse al livello di guardia, esasperando gli animi di cittadini e amministratori locali. E tutto ciò senza che vi sia ancora una soluzione credibile all’orizzonte.

D’Amato sbotta anche per l’inerzia di Zingaretti

Dopo la Sicilia e le Regioni del Nord ora è il Lazio a sollevare il problema. E non attraverso la voce del desaparecido presidente Zingaretti, ma attraverso quella, allarmata e indispettita, dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. D’Amato oggi ha annunciato 18 nuovi casi positivi (4 da altre regioni e 5 importati). E poi, all’interno del report, è spuntata l’accusa al governo: troppi migranti distribuiti nel lazio e tutto ciò senza che Zingaretti muovesse un dito.

“Nel Lazio – dice D’Amato – sono stati trasferiti 334 migranti dalla Sicilia senza alcun elemento di proporzionalità, 9 dei quali si sono resi irreperibili. Di questi 15 sono positivi, ad oggi ovvero il 4,5%. Così il meccanismo non può funzionare”. E conclude: “Si rischia di sovraccaricare il sistema sanitario, già sotto pressione da mesi”. Un rischio che purtroppo è ormai una realtà.

I casi nel dettaglio

Questi nel dettaglio i casi registrati nel Lazio: “Registriamo 18 casi e zero decessi. Di questi 4 provengono da altre regioni e 5 sono casi di importazione: un caso del Bangladesh, uno da Albania, uno da Moldavia, uno da Pakistan e uno da Polonia. Sono tre i casi nelle ultime 24h individuati in fase di pre-ospedalizzazione. Ad oggi – continua D’Amato – i casi di importazione nel Lazio provengono da ben 33 diversi Paesi”. Inoltre “ci aspettiamo un valore Rt (indice di contagiosità, ndr) invariato nella valutazione settimanale”, annuncia D’Amato, sottolineando che “le preoccupazioni espresse dal Cts sono condivise”.