Giu 30 2020

Girolamo Fragalà @ 09:49

«La condanna di Berlusconi fu decisa dall’alto, un’ingiustizia, uno schifo»: l’audio del magistrato

La condanna di Berlusconi brucia. E brucia parecchio sin dal 2013. Tre anni e otto mesi per frode fiscale per la vicenda Mediaset-Agrama. Poi l’esclusione dal Senato, i servizi sociali e le mortificazioni. Fino all’etichetta di “pregiudicato”, usata soprattutto dai grillini per screditare il Cavaliere. Secondo quanto emerge dalle carte e dagli audio, quella condanna fu “teleguidata”. Una “punizione” politica, un attacco al leader azzurro. In un audio parla il giudice Amedeo Franco, relatore della sezione feriale della Cassazione presieduta dal magistrato Antonio Esposito che emise la sentenza. Le carte sono in mano al collegio difensivo e Il Riformista ne ha anticipato il contenuto. Invece, l’audio del giudice Franco è stato mandato in onda da Nicola Porro a Quarta Repubblica.

La condanna di Berlusconi e l’affare Mediaset-Agrama

Ora è una sentenza del Tribunale civile di Milano a ribaltare la sentenza  penale, riconoscendo la legittimità dell’affare tra Mediaset e il mediatore Agrama nella compravendita dei diritti di film americani. A questo si aggiunge l’audio del giudice Franco, in una registrazione ambientale avvenuta con lo stesso Cavaliere alla presenza di testimoni e registrata proprio per questo.

«Questa vicenda fu guidata dall’alto»

«Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà, a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia. L’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo». Franco, morto nel maggio 2019, chiamava in causa il presidente di sezione Esposito. Sarebbe stato “pressato” per pilotare la sentenza.

La condanna di Berlusconi e il plotone di esecuzione

Franco si mostrava amareggiato: «Si poteva cercare di evitare che andasse a finire in mano a questo plotone di esecuzione, come è capitato, perché di peggio non poteva capitare. Questo mi ha deluso profondamente, questo… perché ho trascorso tutta la mia vita in questo ambiente. E mi ha fatto… schifo, le dico la verità, perché non… non… non è questo, perché io … allora facevo il concorso universitario, vincevo il concorso e continuavo a fare il professore. Non mi mettevo a fare il magistrato se questo è il modo di fare, per… colpire le persone, gli avversari politici. Non è così. Io ho opinioni diverse della… della giustizia giuridica». «Tutti i miei colleghi e anche i suoi che pure non la supportano sono convinti che questa cosa sia stata guidata dall’alto».