Giu 19 2020

Girolamo Fragalà @ 17:48

È follia, dalla gestione del reddito di cittadinanza all’incapacità dimostrata dal governo

Il capitalismo e uno ma le forme con cui si manifesta possono essere varie. Se il commercio invece che nella bottega, si svolge per mezzo informatico, ecco una variante; se uso nelle fabbriche i robot a posto dell’uomo , ecco un’altra variazione; se  conferenze ,incontri avvengono con mezzi visivi invece della presenza diretta, ecco una divaricazione rilevante, scemano i viaggi, non si impegnano  aerei, treni, automobili, alberghi, ristoranti,e tutto il resto che vi era legato; se il docente usa il mezzo telematico può avere centinaia di studenti con effetti dissolutivi sui docenti impiegati.

Tra incapacità e disinvoltura

Nel presente italiano e non soltanto italiano, abbiamo questa problematica alternativa, la duplicazione delle forme di gestione dell’economia. Con troppa disinvoltura  si programmano la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, robotica, opposti ovviamente al lavoro umano, e attività telematiche (il lavoro da casa, vantatissimo!) invece della fabbrica, del negozio… E tutto ciò senza la minima preoccupazione della preoccupazione che dovrebbe essere basilare: che fine faranno il lavoro, il lavoratore, il negozio, la fabbrica? Si proclama che tutto cambierà, che siamo nell’Era Digitale, si nominano robot, intelligenza artificiale, ma che sorte avranno lavoro, lavoratori, negozi, fabbriche? Non è che i robot vogliono accanto uomini! Sono esclusivi, e congiunti all’intelligenza artificiale  indipendentissimi, fanno tutto da loro, basta programmarli! E allora?  Se ci trovassimo con milioni di disoccupati? Che dite? Il modello nuovo di sistema produttivo, digitalizzato, per sintetizzare, se non si osservano le conseguenze sull’occupazione è desolante, una società con pochi occupati, moltissimi disoccupati a cui bisogna  provvedere.

Follia, la logica aperta dal reddito di cittadinanza

In Italia si embrioneggia una teoria:  ai disoccupati si darà qualcosa, uno pseudo salario  caritatevole. Follia, del resto in parte attuata, il reddito di cittadinanza apre questa “logica”, come il reddito universale vociferato o la cassa integrazione perenne. Follia. Per i grandi numeri  e per il lungo periodo sarebbero accorgimenti insostenibili, economicamente e psicologicamente, persone senza lavoro  per anni sostenuti caritatevolmente sono dinamite sociale e personale. Ma se lo scopo è la digitalizzazione, semplifico, al di là di ogni valutazione sui posti di lavoro, peggio ancora è la fase intermedia, la fase di passaggio, perché non è che la digitalizzazione avverrà domani. Il periodo intermedio del passaggio sta diventando un incubo per le piccole e medie imprese, obiettivo fondamentale della dissoluzione. Si formulano regole restrittive, ostacolative, insostenibili per le piccole e medie imprese ma per le imprese in generale.

Le alternative alla follia ci sono

Se i bar, i ristoranti. i negozi, gli stabilimenti balneari, le sale di danza, i cinema, i teatri e quant’altro sono paralizzati o contenuti nella loro possibilità di agire chiusura e disoccupazione monteranno enormemente e il disastro economico sarà certo. Oltre ad avere uno scopo probletmatico di lungo periodo, abbiamo una fase di periodo intemedio problematicissimo.  Per giungere alla Digitalizzazione, uso il temine comprensivo di tutta la fenomenologia, si vuole e bisogna distruggere la piccola e media impresa ma in genere le imprese , l’imprenditorialità della “vecchia” fabbrica, del “vecchio negozio? Ma i costi sociali?. Si considera talmente inevitabile questo passaggio da correre ogni rischio? Nessuno può negare che le nuove tecnologie premono. Robot, Intelligenza Artificiale, Digitalizzazione incombono, esistono, ma devono affermarsi distruggendo l’occupazione di intere fascie sociali (proletariato, ceto medio imprenditoriale)? No, vi sono alternative che conciliano le nuove tecnologie con la difesa dell’impreditorialità e deiolavoratori.

Varie le ipotesi in campo

Innanzitutto compiere l’operazione “nuove tecnologie” con gradualità, saggiandone gli effetti, poi verificare alcune ipotesi: se si diminuisce l’orario di lavoro i problemi della disoccupazione svanirebbero? Robotica, informatica, intelligenza artificiale coprirebbero una larga parte nel sistema produttivo ma abbassando l’orario di lavoro non sostituirebbero del tutto o massimamente le persone. Oppure, si potrebbe diminuire il profitto a vantaggio dell’occupazione,il profitto dell’impresa ,dell’imprenditore. Oppure , si potrebbe creare un patto tra salariati , impiegati, e capitale e rimodulare la situazione in maniera che si mantenga l’occupazione ,vale a dire se bisogna aumentare gli orari o diminuire gli orari , dimunuire  o aumentare i salari, le retribuzioni , diminuire o aumentare il profitto , si faccia di accordo (Impresa Pattizia, in uso in Germania all’ingrosso). Oppure, impresa di lavoratori per l’autoccupazione: i lavoratori rilevino imprese fallite o le fondino, lavoro come capitale, e si modulino in maniera da reggere mercato e concorrenza usando tutte le variazioni che servono all’autoccupazione, se non sono imprenditori assumano un imprenditore.

Il ruolo di magistratura e burocrazia

Ovviamente lo Stato faccia la sua parte, i cantieri si attivino, magistratura e burocrazia non dominino. Infine, per sopravvivere, il Baratto Sociale, scambio di prestazioni senza uso di denaro. Insomma , l’esatto contrario del Principio Nirvanico che imperversa da noi. Il Principio Nirvanico( Non ti muovere, non fare), a breve e la Meta Aria Pulita, a lungo termine, generano l’Economia dell’Eclissi e della Defabbricazione. Questo  sta avvennendo, progetti di cambiamenti messianico(verde, non contaminazione ambientali), il Paradiso Terrestre, di fatto disoccupazione,strangolamento dell’ imprenditorialità. Le nuove tecnologie vanno impiegate, ma purchè sia a vantaggio “sociale”. Ma questo esige altra mentalità che la sola digitalizzazione. Occorre un sistema produttivo che spingendo al massimo la produzione abbia un surplus da distribuire socialmente, non come carità, come ampiezza produttiva. Intanto occorre impedire che si distrugga l’imprenditorialità ed imporre che si riformulino le regole antimpresa. La Cina,  sta compiendo una immane modificazione del suo sistema produttivo, ha bisogno di piazzare capitali, ne ha trppi, ed abitanti, ne ha in eccesso. Sta attuando estremi sforzi per invadere l’Europa, tra poco vi saranno incontri con l’Unione Europea. Cerca di staccare l’Europa dagli Stati Uniti. Ho l’impressione che l’Italia sia troppo vicina…alla Cina. La quale sta iniziando un diverbio con l’India. Ancora qualcuno non si è accorto che la Cina deve espandersi, ed  è “oggettivamente” imperialista. Addirittura per aggirare i dazi produce in paesi che commerciano con noi. La questione cinese è il problema del nostro futuro.