Cari compagni, l’ecologia appartiene alla destra. Fatevene una ragione. Un libro spiega perché

5 Giu 2020 13:36 - di Annalisa Terranova

Il tema dell’ambiente (senza inutili ismi) è caro alla destra. E non da oggi. L’amore per la natura, il rispetto del Creato, la denuncia delle distorsioni di un mondo basato sul produttivismo, l’avversione per l’usa e getta e la cura delle tradizioni, la passione per la bellezza dei paesaggi, patrimonio da tramandare intatto alle generazioni future: sono tutti temi che nel pensiero conservatore e negli autori amati dalla destra ricorrono frequentemente e costituiscono un serbatoio di idee importante e da non trascurare. E ciò senza bisogno di intrupparsi nelle file dei fanatici seguaci di Greta Thunberg.

Il libro di Francesco Giubilei: natura e pensiero conservatore

Ci voleva un bel libro di Francesco Giubilei, giovane intellettuale, scrittore ed editore, fondatore del movimento Nazione Futura, per ricordarlo agli smemorati della destra e della sinistra. Il libro si intitola Conservare la natura. Perché l’ambiente è un tema caro alla destra e ai conservatori (ed. Giubilei Regnani, pp. 320, euro 22), e non poteva che essere la giornata mondiale dell’ambiente, che si celebra oggi, la circostanza più adatta per parlarne. Giubilei basa il suo ragionamento (ricco di riferimenti e citazioni) su un assunto: la sinistra concepisce l’ambientalismo come un’opposizione tra l’uomo e la natura, la destra no. I pensatori che hanno affrontato l’argomento auspicano una rinnovata armonia tra uomo e natura, ponendosi certo il problema del modello di sviluppo sostenibile ma senza arcadici richiami alla decrescita.

I pensatori di riferimento

Un punto di partenza importante per delineare, da un lato, i difetti dell’ambientalismo di sinistra e, dall’altro, per ripercorrere, a partire dal romanticismo, il filone filosofico e letterario che nutre l’ambientalismo conservatore. Né l’autore manca di sottolineare gli errori di prospettiva che la destra ripiegata su interessi puramente elettoralistici ha commesso nel lasciare agli avversari un tema che appartiene di diritto agli eredi di quello che Jeffrey Herf definiva “modernismo reazionario”. Un’eredità in cui troviamo Spengler e Hamsun, Goethe e Lorenz, Mino Maccari e l’Evola nemico del razionalismo moderno, Heidegger e Alexis Carrel.

Gli errori della destra sull’ambientalismo

Patrimonio trascurato, ma presente e vivo. Del resto già all’inizio degli anni Settanta Adriano Romualdi ammoniva sul punto: «Sarebbe assurdo che la Destra abbandonasse alle Sinistre questo tema quando tutto il significato ultimo della sua battaglia si identifica proprio con la conservazione delle differenze e delle peculiarità necessarie all’equilibrio spirituale del pianeta, conservazione di cui la protezione dell’ambiente naturale è una parte». Un monito raccolto solo più tardi, dalla corrente rautiana del Msi e dai giovani del FdG degli anni Ottanta, che dell’ecologia fecero una bandiera politica con iniziative che ancora oggi danno i loro frutti, come l’associazione Fare Verde di cui fu anima e regista l’indimenticato Paolo Colli.

Opporsi alla deriva del post-umano

Oggi tutto questo terreno ideale è assolutamente da recuperare. E non tanto e non solo per dare un orizzonte più ampio a chi giustamente diffida delle battaglie ambientaliste da salotto. Si tratta infatti non solo di cavalcare i tradizionali temi ecologici ma, di più, di opporsi alla deriva post-umana che subordinando l’esistenza ala tecnologia va a colpire nel profondo l’essenza dell’uomo e il suo legame con il Creato. E in alcuni casi, come accade per l’utero in affitto o per alcuni postulati dell’ideologia gender che riduce uomini e donne a corpi manipolabili, recide ogni residuo legame tra l’umanità e la natura. Una vera destra, consapevole delle sue radici, non può ignorare anche questo orizzonte delle battaglie ecologiche. E l’ottimo lavoro di Giubilei offre più di uno spunto a questo impegno che speriamo di vedere presto recuperato.  

Commenti

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  • Marcello Camici 6 Giugno 2020

    BENE. BRAVO