Confindustria boccia il governo. Bonomi: «Sulla riapertura è caos. Non ci fa capire niente»

26 Apr 2020 18:09 - di Redazione
Bonomi

«È da cinque settimane che personalmente chiedo quale sia il metodo per arrivare alla riapertura, e non tanto la data della riapertura, e ancora oggi non mi è stata data risposta. Stiamo arrivando alla fatidica soglia del 4 maggio senza sapere ancora quale sarà il metodo» per la fase 2. È una sonora bocciatura per il governo quella che arriva da Carlo Bonomi, presidente designato di Confindustria, ospite di 1/2 Ora in più su Rai3. Un silenzio nel quale il leader degli imprenditori percepisce un «sentimento fortemente antindustriale». Lo ribadisce anche quando, «sui temi della sicurezza», esorta il governo a fare un’operazione di «onestà intellettuale».

Bonomi: «Sulla sicurezza occorre fare verità»

Una sfida, più che un’esortazione. Sul punto, infatti, Bonomi ricorda che già «a fine febbraio», le imprese «hanno iniziato la rilevazione delle temperature sui dipendenti, con l’opposizione dei sindacati». Il governo, insomma, ha sbagliato approccio: «Non è che si salvaguarda la salute delle persone chiudendo le imprese», avverte. È vero semmai il contrario, aggiunge, e cioè che «il tema è come mettere in sicurezza le imprese per garantire la salute dei lavoratori». Bonomi invoca «coesione sociale»e «coesione nazionale». Il «momento tragico» impone un cambio di schema finalizzato a cambiare il Paese e a rifondare le relazioni industriali. Propone un nuovo «patto di lealtà» tra politica, impresa e sindacato. «Non si può pensare di avere riunioni al ministero con 60 sigle».

«Le imprese hanno bisogno di liquidità, non di burocrazia»

Ma il governo esita e pasticcia soprattutto rispetto alla prospettiva. Bonomi lo accusa di pensare solo (e male) alla “fase 2″ e non anche i alla «fase 3”, quella che definisce dei «grandi investimenti». Il vero investimento da fare, dice, è «comprare tempo» in vista della fase del rilancio. Bonomi fissa un doppio obiettivo: «Riattivare Industria 4.0» e «sbloccare le opere pubbliche», per il cui finanziamento, ricorda, «ci sono già 35 miliardi». Bonomi, che ha annunciato un piano di Confindustria a settembre per la “fase 3”,  la definisce «liquidità intelligente». Perché, spiega, il vero nemico, oltre al virus, «è il tempo». Abbiamo necessità che i soldi arrivino velocemente al sistema economico. «Ma – conclude – se devo presentare 19 documenti per avere il prestito, secondo me qualcosa non funziona. Non credo che la strada sia istituire una nuova task force per la burocrazia“.

 

 

Commenti

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  • luigi pansecchi 27 Aprile 2020

    E’ il centrosinistra (centro si fa per dire) sempre sostenuto e fiancheggiato da Confindustria. Ma Bonomi da dove viene? scopre l’acqua calda

  • biagio 27 Aprile 2020

    Egr. Bonomi, il sig. Conte sono quattro mesi che non ha capito nulla, le azioni messe in campo sono i consigli di questi teorici e incapaci personaggi (task Force) che nulla sanno di lavoro, finanza e salute. Come potrebbe spiegare cose che non sa ……

  • Nicolo' 26 Aprile 2020

    Grande Bonomi, ha colto nel segno.
    Spero che Fratelli d’Italia il partito piu’ lucido ed efficace nel Centrodestra appoggi le richieste degli imprenditori: fatte cosi’ sono solo di beneficio ai lavoratori e all’economia italiana intera.
    Accanto ai punti di Bonomi, bisogna insistetere “al calor bianco” sullo Shock fiscale ! Se non riguadagnamo in competitivita’ sono guai ! Ricordo che mentre gli incompetenti a Roma perdono tempo, USA e Germania, Francia e Cina, stanno inondando i loro sistemi produttivi di Miliardi elargiti dallo stato a fondo perdutoooo !
    Come facciamo a competere con questi se non ci attrezziamo ?