Coronavirus, mamma positiva partorisce figlia sana. I medici: “Aveva sintomi sospetti, poi…”

10 Mar 2020 15:34 - di Gigliola Bardi
mamma

Lei, la mamma, è positiva al coronavirus. Ma la bimba che ha dato alla luce con un parto naturale, dopo sette ore di travaglio, non lo è. Dunque, anche nella nostra “ora più buia”, per citare Conte che a sua volta citava Churchill, risplende qualche luce. Questa si dipana dall’ospedale di Massa e, insieme al miglioramento delle condizioni di Matteo, il paziente 1, offre una speranza nel clima di profonda angoscia che attraversa il Paese.

La mamma con sintomi sospetti

A dare notizia del doppiamente lieto evento è il quotidiano Il Tirreno di oggi, che riferisce che la neonata sta bene, sebbene si trovi in isolamento nel reparto di neonatologia. La mamma è arrivata in reparto manifestando alcuni sintomi sospetti. Per questo i medici hanno sottoposto la giovane donna alle indagini del caso, ottenendo conferma dei loro timori. A quel punto la mamma è stata ricoverata nel reparto di malattie infettive e tutto è stato predisposto perché il parto si svolgesse nella massima sicurezza.

Il coraggio dell’ostetrica

“Quando la paziente è arrivata non stava male, ma alcuni sintomi ci hanno spinto a richiedere da subito una consulenza infettivologica”, ha spiegato al Tirreno il dottor Roberto Marrai, che dirige il reparto di Ostetricia. “Il tampone – ha aggiunto – ha confermato la positività. Tutto è avvenuto garantendo la sicurezza delle altre ospiti del reparto e del nostro personale a cui va il mio plauso per l’infinita abnegazione”. Ad assistere la mamma la responsabile ostetrica Elisa Bruschi, la ginecologa Giovanna Casilla e l’ostetrica Francesca Vitale. “Francesca – ha chiarito Marrai – meriterebbe un encomio. Completamente protetta, è rimasta accanto alla donna per 7 ore, non si è allontanata un attimo. E lavorare sette ore, per assistere una partoriente, con i dispositivi di protezione, è davvero dura”.

Il precedente di Piacenza

Già a fine febbraio, allora a Piacenza, una donna contagiata aveva dato alla luce un bimbo sano e i sanitari lo avevano subito messo in sicurezza per evitare che il contagio, che non avviene in utero, potesse avvenire dopo il parto.

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