Mar 31 2020

Antonio Pannullo @ 13:10

Calcio, dalla Juve un esempio virtuoso: taglio agli stipendi e un calcio all’avarizia

Il calcio continua a insistere. Piange miseria per la crisi in cui sarebbe caduto a causa dello stop forzato, e supplica di avere aiuti dal governo. Si rassegnino. Il Parlamento non dovrà concedere neanche il becco di un euro a chi già riceve tanto e spesso immeritatamente. Sia ben chiaro, aiutare lo sport di base, lo sport dilettantistico e le piccole società è indispensabile. Gli strumenti che si possono individuare sono tanti, a cominciare dall’abbattimento degli affitti e degli oneri fiscali.

Il calcio professionistico si sta dimostrando avido

Il vero problema è il calcio professionistico, che sta dimostrando un’avidità intollerabile. Per fortuna esempi virtuosi non mancano. E’ il caso della Juventus, che ha dato la stura a tanti egoisti e dalla quale, al di là delle simpatie calcistiche che ognuno ha, bisognerebbe prendere esempio. La Juve ha fatto quello che io stesso avevo proposto: un taglio agli stipendi e un calcio all’avarizia. La società ha puntato su un ridimensionamento del 33%, un segnale comunque importante di attenzione e rispetto per chi in questo momento è in seria difficoltà.

Ridurre la montagna di soldi erogati

Ma sono tanti altri gli stipendi da nababbi che possono essere facilmente decurtati. In questo modo la serie A e la serie B possono trovare le risorse per affrontare questa grave crisi, non chiedendo ad altri, ma guardando dentro se stessi. Poi, certo, si possono riattivare nel futuro meccanismi che sono stati bloccati come la pubblicità delle società che si occupano di scommesse ed altri fattori del genere. Ma il vero problema è quello di ridurre la montagna di soldi che vengono erogati.

Seguire l’esempio della Juventus

Si segua quindi l’esempio della Juve, che purtroppo sembra rimanere un caso pressoché isolato se pensiamo che i giocatori del Barcellona pare non abbiano accettato questa logica. Non è tempo di individualismi e di egoismi. le grandi società hanno finora goduto di risorse sproporzionate rispetto ai valori di mercato e ai meriti individuali, ma ora è tempo di dire basta. La Juve ha dato un segnale. Gli altri seguano e si uniformino.