Gen 12 2020

Antonio Pannullo @ 19:51

Tassazione alle imprese, l’Italia in vetta alla classifica mondiale. E in dieci piccole nazioni neanche esiste…

La tassazione delle imprese in Italia è la più alta, o tra le più alte, del mondo. Si calcola che in Italia il 59 per cento dei profitti finisca in tasse. Lo dice la Banca Mondiale. Ma nel resto del mondo le cose vanno ben diversamente. Dal 5,5% delle Barbados al 55% degli Emirati Arabi. E’ la forbice della tassazione sulle imprese nel mondo, secondo il report Corporate tax rates around the world realizzato dalla Tax foundation, che studia il sistema fiscale di 176 Paesi. Nel 2019 fissa l’aliquota media sul reddito delle società al 24,2%. Mentre la pressione fiscale, cioè il peso del tributo in rapporto al prodotto interno lordo, è al 26,3%. Il dato dello scorso anno è frutto di una ”costante diminuzione” avviata nel 1980, osservati ”in tutte le principali economie mondiali”. A livello continentale l’Europa vanta il valore medio più basso (20,3%), mentre quello più alto è stato rilevato in Africa (28,4%).

La tassazione alle imprese è più pesante nel Terzo Mondo

Secondo quanto emerso nel dossier, la Tax foundation è arrivata alla conclusione che ”i Paesi europei tendono ad avere aliquote più basse rispetto ai Paesi di altri continenti”. Inoltre ”molti Paesi in via di sviluppo hanno aliquote superiori alla media mondiale”. Nella classifica dei Paesi con il maggior peso fiscale sulle imprese, dietro gli Emirati Arabi si colloca Comoros, Stato insulare dell’Africa, con il 50%. Segue a distanza Puerto Rico con il 37,5%. Mentre alla fine della tabella, prima di arrivare alle Barbados, c’è il Turkmenistan con il 7,5% e l’Uzbekistan con l’8%. Poi ci sono una decina di Paesi, per la maggior parte piccole isole, dove non esiste un’imposizione sul reddito delle società tra cui, per citare solo le più conosciute, Bahamas, Bermuda e Cayman.

La tassazione gioca anche un ruolo strategico

Nel rapporto si spiega che negli ultimi 39 anni, le aliquote dell’imposta sulle società ”sono costantemente diminuite su base globale. Nel 1980 l’aliquota fiscale media mondiale non ponderata era del 40,4% mentre oggi si attesta al 24,2%. Secondo la Tax foundation la ragione principale è da attribuirsi al ”contesto produttivo che ha minori vincoli territoriali”. Di conseguenza, la tassazione applicata alle imprese ”gioca un ruolo sempre più strategico per incoraggiare o scoraggiare gli investimenti in un determinato Paese”. La concorrenza fiscale che si è creata tra i diversi Stati, si spiega nel report, ”ha spinto i vari governi, soprattutto quelli dei Paesi più industrializzati, a spostare la tassazione dalle attività produttive ad altri settori, come ad esempio i consumi, adottando aliquote più basse per i redditi delle imprese”.

Oggi, la maggior parte dei Paesi applica una tassazione sui redditi delle società che va dal 20% al 30%. A tendere verso l’alto sono soprattutto le nazioni più estese territorialmente. Analizzando i Paesi in base a ricchezza e importanza, si nota che quelli che fanno parte del G7 hanno un’imposta del 27,6%, gli Stati membri dell’Ocse del 23,6%, mentre i Paesi Brics applicano una tassazione media del 27,4%.