Gen 18 2020

Francesco Storace @ 06:00

Carola non si tocca, Salvini a processo. Così è la giustizia italiana e se la prendono con la Casellati

Alla fine processeranno Elisabetta Casellati. Per aver rispettato i termini di legge nella convocazione della giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, dove si deciderà se Salvini va processato o no per la Gregoretti. La canea rossa sguinzagliata contro la seconda carica dello Stato fa rabbrividire. Hanno il terrore delle regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria e impallidiscono a pronunciarsi contro il leader leghista prima del voto. Che venga fuori la loro anima giustizialista, che non vale per i loro numerosi compagni inquisiti. Magari indagati più per questioni di mazzette che per la difesa dei confini nazionali.

Non vogliono più la prescrizione, ma preferiscono perdere tempo nel giudizio sul caso Gregoretti. Sono le stesse facce toste e fosche che festeggiano la Cassazione quando stabilisce – anche questo ci è toccato vedere ieri – che Carola Rackete non andava arrestata. Puoi speronare la Guardia di Finanza e rimanere tranquilla per i fatti tuoi. Se invece fai il ministro dell’Interno e in omaggio ad un programma di governo votato dal Parlamento blocchi l’invasione clandestina, puoi farti quindici anni di galera per sequestro di persona. Giustizia. Giustizia italiana. Giustizia all’italiana.

Guai se pure la Casellati fa il suo dovere

Poi, se la presidente del Senato vota in Giunta per il Regolamento – che non è l’Assemblea plenaria – per far rispettare la scadenza dei trenta giorni stabiliti dalle norme per la decisione sul procedimento, in galera dovrebbe finirci pure lei per i lestofanti che la contestano.