Messa di Natale, l’ennesimo prete “buonista” s’inchina al politically correct: invita ad accogliere Gesù di colore

25 Dic 2019 12:04 - di Chiara Volpi
Gesù di colore foto Ansa

Anche a Natale. O meglio: soprattutto a Natale, i sacerdoti “impegnati” non perdono l’occasione di indottrinare le masse di fedeli. Di esortare all’accoglienza. E perché no? Benedire il politically correct e il dogma buonista, anche elevando sull’altare un Bambinello nero. E la comunità si inchina al Gesù di colore… Succede a Palermo, durante la Santa messa di Natale celebrata dall’arcivecovo, don Corrado Lorefice, che durante la liturgia ha mostrato ai fedeli un Bambino Gesù di colore.

Alla Messa di Natale il don benedice Gesù di colore

A riferire la notizia della celebrazione buonista ha provveduto il sito de Il Giornale che, nel registrare la messa natalizia declinata al messaggio politically correct dell’accoglienza, sottolinea come, «con il tempo, infatti, nella casa del Signore si è passati dal parlare dell’amore per il prossimo al creare ad hoc invettive contro Matteo Salvini». Spendendo sempre più parole e prediche per divulgare messaggi politici, più che per ricordare quelli cristiani. E così, sull’onda delle innovazioni liturgiche, ieri sera a Palermo. Nel corso della Santa Messa di Natale celebrata dall’arcivecovo, don Corrado Lorefice nel duomo arabo-normanno della città, i fedeli hanno assistito all’ultima innovazione celebrativa che inneggia a immigrazione e accoglienza coatta. Dunque, come riferisce il sito del quotidiano milanese diretto da Sallusti, «allo scoccare della mezzanotte», famiglie e amici alla Santa Messa «si sono visti adagiare sulla mangiatoia un Gesù Bambino di colore». E c’è di più…

La celebrazione buonista inneggia al “politically correct”?

Entrando nel dettaglio della singolare iniziativa, leggendo la Repubblica e la notizia rilanciata dal Giornale, «dal corridoio centrale del duomo si è fatta avanti una piccola processione di otto bambini e bambine vestiti di bianco e di blu. Sei italiani e due stranieri. Come descrive nel dettaglio Repubblica, dietro ai bimbi sono comparsi un uomo italiano e una donna di colore. I quali reggevano e mostravano ai fedeli un Bambino Gesù nero». terminata la passerella, i due adulti hanno affidato nelle mani dell’arcivescovo il Bambinello nero. Il don celebrante lo ha accolto tra le sue braccia. Lo ha mostrato all’assemblea del Duomo. Lo ha benedetto con un simbolico bacio e, infine, lo ha consegnato a un religioso che lo ha deposto nella mangiatoia. Il rito natalizio della nascita del Santo Bambino è celebrato. Il richiamo al messaggio buonista dell’accoglienza dei migranti… pure. ora, che si sia stata una provocazione? Un’ultima lezione di dottrina intestata akl politicamente corretto? Un modo per far parlare di sé? Forse… Di sicuro la singolare celebrazione con rito innovativo ha indotto al chiacchiericcio tra i banchi. Alla riflessione comune. e le polemiche oggi non mancano…

 

 

Commenti

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  • Silvia Toresi 26 Dicembre 2019

    Divento buddista!!!!!! Certi cristiani sono ridicoli!!!!!!!

  • Nino 26 Dicembre 2019

    La Chiesa è in crisi. Per di più si inchina al “politically correct”.Quindi non sarà una sorpresa vedere che prelati di questa chiesa nel prossimo futuro permetteranno la rimozione del Crocefisso dalle scuole e luoghi pubblici. Oppure assisteremo al Gesù nero sulla croce. Che pena vedere una Chiesa così ridotta!!!!

  • pinchino pincarelli 26 Dicembre 2019

    ma perchè Gesù Bambino non può essere nero, se tutti gli uomini sono uguali ?

  • mario.noce 26 Dicembre 2019

    Se si vuole falsificare tutte le Sacre scritture lo facciono pure.

  • ardito 26 Dicembre 2019

    Tale stupidaggine é gravissima perchè, indipendentemente dalla fede e dal “problema ” di trovarsi di fronte a un mistero, rappresentare il Cristo di colore non rispetta la realtà storica di un giudeo di 2000 anni fa del quale vi sono testimonianza storiche riconosciute che si rispecchiano nei racconti evangelici. Rappresentare il Cristo di colore é stato un tentativo errato per segnalare come il Cristo sia di tutti e la Redenzione é per tutti. Tuttavia rimanere nella storia é il modo più corretto e meno discriminatorio (perchè non con in tratti orientali? ) per sottolineare l’universalità del messaggio cristiano. Inoltre tale parodia é un insulto all’intelligenza e al cuore dei fedeli cristiani di tutte le etnie ed é solo un atto di servilismo della comunità catto-comunista italiana, in fondo una nullità rispetto alla moltitudine di cristiani nel mondo.