Nov 15 2019

Francesco Storace @ 11:38

Quel baciamano inopportuno, la voglia di querele. Stefano Cucchi una vittima, ma non era un eroe

Cose storte a latere del processo Cucchi. Ilaria Cucchi ha vinto, ma non può pensare di stravincere.

La magistratura le ha dato ragione e questo deve essere un motivo di soddisfazione per qualunque cittadino che creda nella forze delle istituzioni e della giustizia. Ma non si deve mai esagerare. Come questa storia – a poche ore dalla sentenza per la morte del fratello Stefano – dell’immediato annuncio di querela a Matteo Salvini. Salvini ha detto che la droga fa male. E lei, Ilaria Cucchi, ha reagito dicendo che “Stefano non è morto di droga“.

Cucchi aveva o no “confidenza” con la droga?

In linea teorica vero, nella pratica no. Oppure ci hanno raccontato solo balle sulla vita di quel povero ragazzo che con la droga pareva avere molta confidenza, invece? E poi, questa storia delle querele ogni volta che c’è un’opinione diversa dalla propria è davvero la cosa più insolente. A che serve? E’ con un altro procedimento che Ilaria Cucchi vuole onorare la famiglia del proprio congiunto?

Una vittima non si trasforma in eroe

Poi, l’esibizione di quel baciamano di un carabiniere dopo la decisione della magistratura al processo. Ilaria Cucchi l’ha sparata su Facebook, ma anche se a qualcuno piacerà, troviamo quel gesto assolutamente inopportuno. Il carabiniere, in divisa, rappresenta lo Stato e non è lui a decidere con un gesto che voleva essere certamente galante, una sorta di resa. Mai vista una scena del genere in un’aula di giustizia. Se in appello – come spesso accade – la sentenza dovesse essere sovvertita, che farà quel carabiniere? Bacerà i suoi colleghi che oggi sono giudicati colpevoli?

A Ilaria Cucchi non devono certo mancare i complimenti per la tenacia con cui si è battuta. Ma tra querele e atti di inutile genuflessione sembra che sia scomparso il diritto ad avere opinioni difformi da quelle dominanti. Se Stefano è morto per quelle percosse, le condanne sono giuste. Ma questo non lo fa diventare automaticamente un santo. Una vittima sì, ma non un eroe.