San Lorenzo, dormitorio per sbandati a pochi metri dallo stabile dove fu uccisa Desirée

23 Set 2019 15:05 - di Redazione

Mentre la sindaca Raggi si trastulla con il rimpasto politico della sua giunta inconcludente, Roma è sempre più abbandonata a se stessa.

Prendiamo lo storico quartiere di San Lorenzo, dove fu uccisa la giovane Desirée Mariottini: la zona continua ad essere zona franca, con materassi gettati a terra davanti alla facoltà di Psicologia, un dormitorio provvisorio per sbandati e immigrati (che si gettano a dormire per strada anche in pieno giorno, come dimostrano le foto) circondato da bottiglie rotte e latrine a cielo aperto, frequentato oltre che dagli studenti dai tossici che chiedono denaro e da residenti che giustamente si sentono lasciati soli.

Viene da domandarsi cosa faccia il locale commissariato, di cosa si occupino i vigili urbani competenti per territorio (Municipio II) e come sia possibile abbandonare ad uno scellerato e inarrestabile degrado un luogo che, come tanti quartieri europei frequentati da studenti universitari, dovrebbe essere un fiore all’occhiello di questa disgraziata città, caduta nelle mani di una classe dirigente inetta.

La situazione è nota a tutti e nessuno interviene, anche dopo la tragica fine di Desirée Mariottini che aveva portato sotto i riflettori nazionali lo stato di abbandono di San Lorenzo, quartiere oppresso da una microcriminalità dilagante e devastato da una movida selvaggia. Di riqualificazione non si parla nemmeno più, e dai tempi della giunta Marino che – a chiacchiere – aveva pensato a un piano di risanamento mai partito.

Tutto viene sottaciuto adesso in nome della ragion politica che impone a Pd e M5S di andare a braccetto. Lo denuncia su Fb con ironia il giornalista del Corriere Pierluigi Battista: “Roma fa vomitare e neanche abbiamo più la soddisfazione di vedere cassonetti stracolmi , cinghiali affamati, voragini e bus in fiamme postati dall’opinione pubblica Pd benevola per motivi nobilmente ideali con la Raggi”.

Nell’aprile del 2018 Virginia Raggi raccontava come al solito frottole ai romani: “Dopo la morte di Desireé ci siamo incontrati per cercare di capire come reagire a un luogo di degrado e a una situazione drammatica che ha colpito una ragazza. Abbiamo iniziato a interrogarci come prevenire situazioni del genere e per eliminare i luoghi di degrado”. Più di un anno dopo stanno ancora riflettendo, si stanno ancora interrogando, si stanno crogiolando nella voragine della loro inefficienza.

 

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