Set 12 2019

Luca Maurelli @ 11:40

La vendetta del Pd: Richetti non vota la fiducia al governo, lo accusano di avere debiti

Guarda caso, la notizia di un debito che Matteo Richetti avrebbe con il Pd, è venuta fuori all’indomani del clamoroso “strappo” dell’ex fedelissimo di Renzi, con il mancato sostegno (astensione) sul voto di fiducia al governo dell’inciucio tra Pd e M5S. Una strana coincidenza, l’articolo pubblicato oggi dal quotidiano “La Repubblica” in cui si dà conto di un’ingiunzione di pagamento da 25 mila euro, stabilita da un provvedimento del tribunale di Modena lo scorso 24 luglio e notificata il 3 settembre. Dopo il “no” e le dure accuse di Richetti al Pd, il segretario del Pd locale, Davide Fava, esce allo scoperto e chiede una cifra ben più grossa, di altri 150 mila euro circa. «Insieme a Carlo Calenda e tanti amici, con umiltà, scriveremo una bella pagina», aveva annunciato Richetti a Palazzo Madama, mollando i renziani e l’avventura dell’Armata Brancaleone insieme ai vecchi nemici grillini. Anche Richetti, nella diffusione della notizia, vede una vendetta ad “orologeria” del suo partito e spiega, a Repubblica: «Ho già versato metà di questo importo, cioè 12.500 euro e questa informazione non è stata data al giudice, lo stanno facendo i miei avvocati: la somma è relativa a 5 anni di legislatura e anche se non la terminerò nel Pd sono pronto a versare la restante parte, come ho sempre fatto. Che questo venga usato per sporcare una decisione sofferta, presa per coerenza, la dice lunga sullo stato di salute del Pd».

L’addio di Richetti al Pd

«Mi sento qualcosa di più di un figlio di questa comunità, mi sento anche il padre di un partito che ho contribuito a fondare. C’è un pezzo di vita che si interrompe. Uno schema di relazioni che è anche un miscuglio di sentimenti ed emozioni», dice Richetti, al “Foglio”. «A un certo punto nel Pd è prevalso un atteggiamento, che io pure rispetto: il governo a ogni costo. Al punto tale che i miei ex compagni di partito avrebbero accettato pure Di Battista agli Affari europei…», spiega il senatore. Tra l’altro, Richetti dice: «Qui siamo andati oltre una certa soglia, che è quella che non mi permette di condividere l’idea di giustizia, o meglio di giustizialismo, che ha Bonafede. La sua idea è contro il garantismo della Costituzione».