Droga, viaggi e lusso: la bella vita della banda dello spray. Ecco chi sono i 6 di Corinaldo

3 Ago 2019 14:34 - di Luciana Delli Colli

Rapinatori seriali, ben organizzati e con precedenti specifici, che hanno continuato ad agire anche dopo la strage. È il profilo criminale dei sei giovani tra i 19 e i 22 arrestati arrestati oggi per la strage alla discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo, dove morirono cinque ragazzini e una mamma 39enne e rimasero ferite quasi duecento persone, sette delle quali in gravi condizioni. I sei, tutti residenti nel Modenese e alcuni dei quali nati in Nord Africa, sono accusati di omicidio preterintenzionale: le morti furono causate dal panico che si generò dopo che spruzzarono spray al peperoncino per compiere le rapine.

Una banda di rapinatori seriali

«Questi soggetti agivano con una certa stabilità, gli episodi sono molti di più di quelli che trovate nell’ordinanza di custodia cautelare», ha spiegato in una conferenza stampa Monica Garulli, il procuratore della Repubblica di Ancona. «I fermati hanno un’età compresa tra i 19 e i 22 anni. Hanno quasi tutti precedenti specifici, alcuni anche per furti con strappo ed erano stati arrestati da altre autorità giudiziarie», ha proseguito il magistrato, spiegando che i sei erano disoccupati o impiegati in lavori saltuari, ma che «avevano comunque un tenore di vita abbastanza alto dovuto anche a queste attività delittuose». Gli inquirenti hanno calcolato che dalle rapine ricavavano circa 15mila euro al mese anche grazie all’aiuto di un ricettatore 65enne, anch’egli arrestato, che attraverso il suo “compro oro” permetteva loro di monetizzare rapidamente la refurtiva. I soldi venivano spesi in beni di lusso, vacanze e droga.

Le indagini e il modus operandi

Dei sei fermati si sa che sono tutti residenti nel Modenese, che due di loro sono nati in Tunisia e Marocco, mentre gli altri sono nati in Italia, benché non ne sia stata specificata la nazionalità. Si sa anche che come banda criminale erano molto ben organizzati: accerchiavano la vittima in 4 o 5, ognuno aveva il suo ruolo e si concentravano su eventi – come quello del concerto di Sfera Ebbasta – frequentati da giovani e giovanissimi, perché erano più facili da derubare. A incastrarli sono stati, tra l’altro, il monitoraggio, «del Gps dell’assicurazione, delle celle telefoniche e del telepass dell’autostrada», che hanno consentito di ricostruirne gli spostamenti della sera della strage, l’8 dicembre 2018. E «una ulteriore attività svolta dal Ris sui reperti sequestrati»: su una bomboletta trovata vicino all’uscita della discoteca è stato isolato un profilo genetico maschile «compatibile con quello dei uno degli arrestati».

Un fenomeno «inquietante»

Ma c’è di più: «È  stato evidenziato un fenomeno che è abbastanza inquietante e che non riguarda solo questo gruppo criminale che viene da Modena: l’esistenza di bande di ragazzi – ha rivelato il magistrato – che hanno una operatività criminale molto simile e che usano lo spray urticante approfittando di concerti o eventi pubblici con una vera spartizione dei territori. È un fenomeno che si realizza al Centro-Nord italiano».

 

 

 

 

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