Toti provoca Berlusconi: «Avremo la nostra rivoluzione d’ottobre»

6 Lug 2019 16:59 - di Niccolò Silvestri

Il colpo d’occhio c’è tutto: teatro gremito, bandiere sventolanti – compresa qualcuna di Forza Italia – e centinaia di cartelli con l’hashtag IostoconToti issati con l’entusiasmo di chi pensa che il momento è maturo per liberare il movimento “azzurro” dall’ingessatura che in questi anni ne ha snaturato lo spirito e (quasi) azzerati i consensi. Per tutti la speranza ha le sembianze di Giovanni Toti, già direttore del Tg4 ed ex-consigliere politico di Silvio Berlusconi, uno dei tanti ruoli germogliati dalla fantasia del Cavaliere nel tentativo di assecondare con nomi e volti nuovo l’ansia di rinnovamento che da tempo agita i forzisti. E tra quelli presenti al Brancaccio di Roma ad ascoltare il leader di Italia in crescita, molti sono quelli della prima ora: da Paolo Romani a Osvaldo Napoli, passando per Laura Ravetto e Francesco Giro. E persino un irregolare come Vittorio Sgarbi.

Alla convention di “Italia in crescita” anche forzisti della prima ora

Tutti ribadiscono che Berlusconi non è “rottamabile”, nessuno vuol sentire di scissione, ma di nuovo tutti insistono sulla necessità di voltare pagina. Che la convention di Toti sia una tripla dal punto di vista del pronostico lo sanno tutti. A cominciare dal diretto interessato, accolto da una vera e propria ovazione cui ha risposto con una frase molto poco berlusconiana, intrisa com’è di amore per la politica: «La politica è passione, non permetteremo a nessuno di uccidere questa passione». Ma la vera difficoltà del governatore è cannoneggiare il quartier generale azzurro riuscendo a scansare il Cavaliere, cioè colui che in ultima analisi, dal 1994, direttamente o indirettamente, ha deciso tutto. La si è colta fin dall’esordio, quando Toti si è polemicamente chiesto «cosa doveva succedere per andare male» visto che «siamo passati dal 40 al 6 per cento e c’è qualcuno che dice non è andata così male?».

Toti: «Quel che ha realizzato il Cavaliere è storia»

Chi è quel «qualcuno»? E probabilmente a Berlusconi non piacerà neppure l’essere stato consegnato al museo delle vecchie glorie. Ma è esattamente il senso delle parole di Toti quando ha detto «qui non c’è nessuno contro Berlusconi, siamo tutti grati a Berlusconi per aver costruito non un partito, ma un’era politica che passerà sui libri di storia come seconda Repubblica. Ma gli chiediamo di consentirci di creare la terza Repubblica». Ancora meno quelle pronunciare subito dopo: «Avremo la nostra rivoluzione d’ottobre», di per sé evocativo di assalto al Palazzo e giustizia sommaria. Quanto alle primarie, sono «l’unica cosa – ha detto – che invidio al Pd».

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